Sestri, il giorno dopo. Ora si «scava» sulle cause dell’incidente

Sulla rottura della condotta di petrolio Iplom a Sestri Ponente polizia e squadra giudiziaria dei Vigili del Fuoco hanno aperto un’inchiesta. Il giorno dopo il pericolo per un’esplosione conseguente la rottura di un tubo da parte di operai della Genova Reti Gas che stavano lavorando in via Bressanone, operai e addetti sono stati interrogati.
I pompieri hanno lavorato anche durante la giornata di ieri per la bonifica dell’area interessata dall’incidente mentre le motovedette della Capitaneria di Porto hanno controllato lo specchio acqueo antistante Sestri Ponente pronti ad intervenire in caso si fossero registrati sversamenti anche in mare. In merito all’incidente all’oleodotto è intervenuta anche la Genova Reti Gas, società del gruppo Iride che si è detta disposta a collaborare scusandosi con i cittadini per i disagi causati. In una nota la società ha precisato che «con ordine del 6 aprile 2011, ha assegnato a Ausy srl, società specializzata per i servizi di protezione catodica, l’appalto per un intervento altamente tecnico e specialistico per la protezione delle condotte in acciaio». «La vicenda che si è verificata - ha continuato la società - ha evidenziato la necessità di valutare ulteriori azioni in essere, finalizzate a una maggior conoscenza del territorio e del suo sottosuolo».
Sull’episodio ieri in consiglio comunale è intervenuto anche il sindaco Marta Vincenzi: «La quantità di benzina sversata a Sestri Ponente a causa della trivellazione sono stati 9-10 mila metri cubi.

Sono tanti, l’equivalente di una cisterna che contiene benzina. La zona resta a rischio ambientale per l’addensarsi di servitù accumulate da decenni: la benzina recuperata è stata riportata al Porto petroli, secondo i tecnici non ci sono rischi per la popolazione».

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