Domani e lunedì gli abitanti di Sestri Levante torneranno alle urne per scegliere il prossimo sindaco della città. Quello a cui abbiamo assistito in questi giorni che precedono il ballottaggio tra il «nostro» Giuseppe Ianni (sostenuto dal Popolo della Libertà, dalla Lega e dall'Udc) e il sindaco uscente Andrea Lavarello (sostenuto dal Partito Democratico, dall'Italia dei Valori e da due liste civiche), mostra ancora una volta la differenza di fondo che separa «noi» e «loro». Una differenza che riguarda non soltanto i contenuti ed i programmi amministrativi, ma anche e soprattutto lo stile ed il modo di concepire il potere e l'azione di governo di una città.
Per noi il potere non è mai un fine in se stesso, ma un mezzo attraverso cui operare affinché si realizzi il bene comune (noi intendiamo la politica come «la forma più alta di carità», per riprendere una definizione di Papa Paolo VI); per loro, invece, il potere è un fine assoluto in funzione del quale tutto è ammesso e sul cui altare ogni regola di rispetto e buona educazione può essere sacrificata. Così è accaduto più volte, nei giorni scorsi, che il sindaco uscente Lavarello, invece che rispondere alle critiche circostanziate mossegli da Ianni in merito ai passati cinque anni di amministrazione, abbia preferito attaccare il nostro candidato sul piano personale, con argomenti falsi e risibili, buoni neppure per una chiacchierata al bar.
Del resto, i signori della sinistra cambiano il nome ai loro partiti, ma la sostanza del loro modo di fare politica rimane sempre e invariabilmente la stessa, di comunista memoria: la menzogna e la delegittimazione dell'avversario. Chi ha assistito al dibattito tra i due candidati, organizzato da «il Giornale» lo scorso lunedì sera, ha potuto constatarlo di persona: le «truppe cammellate» al seguito di Lavarello sono accorse all'incontro non per ascoltare un confronto serio e civile sui principali temi amministrativi per il futuro governo della città, ma per impedire a Ianni, con schiamazzi, interruzioni, vocii e risate, di esporre serenamente e organicamente le sue idee e i suoi programmi. Questo è il loro stile, lo stesso con cui diverse volte, negli scorsi cinque anni, hanno risposto in Consiglio Comunale alle obiezioni dei gruppi di opposizione.
Loro non cambiano mai, ma noi abbiamo la concreta speranza che i cittadini di Sestri Levante abbiano compreso che questa volta c'è davvero la possibilità di dare un taglio netto a un passato fatto di arroganza mista a incapacità amministrativa. E' con questa speranza che affrontiamo il ballottaggio di domenica e lunedì.
*Consigliere Comunale
Popolo della Libertà
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