Laveva già realizzata a Firenze e appena arrivato ha voluto riproporla anche a Milano. Il nuovo questore Vincenzo Indolfi, insediatosi il 30 dicembre, ha così messo subito in cantiere la costituzione della nuova sezione della squadra mobile, denominata «criminalità diffusa», per un maggior controllo del territorio. Un controllo garantito anche dai due nuovi commissariati: quello di Lorenteggio, operativo dalla settimana scorsa, e quello di viale Monza, che aprirà entro fine settimana.
Ma è soprattutto la «criminalità diffusa» il vero pallino di Indolfi, quasi tre mesi di lavoro, per reperire spazi, uomini e il nuovo dirigente. E da ieri la nuova sezione è pronta. Gli uffici sono stati ricavati a ridosso della II sezione che attualmente lavora sulla «criminalità straniera». La nuova sezione si occuperà infatti della repressione di piccolo spaccio, prostituzione e di tutti quei microreati, furtarelli, scippi e rapine in strada, in gran parte appannaggio di immigrati clandestini.
In città infatti, si calcola che ci siano circa 200mila immigrati regolari ma anche 50/60mila clandestini, autori della maggior parte dei reati. Nel primo semestre 2006 infatti a fronte di 7.980 italiani e 277 «comunitari» denunciati, 12.872 extracomunitari sono stati deferiti allautorità giudiziaria. Extracomunitari anche la maggior parte degli arrestati: sempre nel periodo preso in esame sono stati 4.351 (150 in più dellanno precedente e il 68% del totale) quasi il doppio rispetto i 1.803 italiani e 128 cittadini Ue. Tanto che ormai nelle carceri milanesi oltre il 60 per cento della popolazione non parla italiano. Dunque un fenomeno che sta cambiando la mappa del crimine in città e deve essere fronteggiato con strategie, mezzi e personale nuovi. Gli uomini della nuova sezione sono stati quasi tutti reperiti utilizzando il personale della Sezione intervento sul territorio, finora in forza allUfficio prevenzione generale, le volanti per capirci, e ora sciolta. In tutto una quarantina di agenti, agli ordini del commissario capo Alfredo Criscuolo, anche lui arrivato dalla Prevenzione generale. Limpegno della sezione sarà a metà strada tra volanti, mobile, poliziotto di quartiere e commissariati. Il personale infatti agirà in borghese e avrà contemporaneamente compiti investigati, di pronto intervento e di monitoraggio del territorio. Agirà su ordine del capo della mobile Vittorio Rizzi, spostandosi di zona in zona, in base alle emergenze. E nel caso dovesse imbattersi in organizzazioni criminali o terroristiche particolarmente agguerrite e sofisticate, affiderà le indagini ad altre sezioni «specializzate» della mobile e della Digos.
Infine i commissariati.
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