Cronache

A settembre Colombo in Parlamento

A settembre Colombo in Parlamento

Yuri Brunello

Si fa sempre più concreta la possibilità di istituire una festa nazionale il 12 ottobre, giorno della scoperta dell’America. Quella che fino a poco tempo fa era solo un’ipotesi potrebbe presto diventare una realtà. In Parlamento infatti la proposta di legge, presentata lo scorso anno da un gruppo bipartisan di deputati e senatori, che proponeva l’istituzione della festività nazionale del 12 ottobre in onore di Cristoforo Colombo e della cultura del mare, figurerà tra gli ordini del giorno dei lavori parlamentari.
«La proposta verrà discussa subito dopo le vacanze, a settembre – rivela la deputata Maria Grazia Labate –. In Spagna e in America il 12 ottobre viene considerato una delle ricorrenze più importanti dell’anno. Non si capisce perché l’Italia, che ha dato i natali all’uomo che con la sua impresa ha spalancato le porte al Rinascimento, continui a ignorare una data così significativa».
Saranno senz’altro in molti ad accogliere con soddisfazione l’annuncio della parlamentare ligure. Primo fra tutti Bruno Aloi, presidente del Comitato nazionale per Colombo, che da anni si sta battendo affinché la portata storica e culturale dello scopritore del continente americano venga adeguatamente valorizzata. «Festeggiare il 12 ottobre vuol dire non solo ricordare una straordinaria personalità storica, ma una cultura, quella marittima, che un paese che dispone di 8.600 chilometri di costa dovrebbe tenere in considerazione massima – ricorda Aloi –. Non solo. Decretare questa festività ha un valore internazionale. Tra le oltre 4000 associazioni che hanno aderito alla petizione del nostro comitato per il riconoscimento del 12 ottobre come festa nazionale ci sono infat ti, accanto a 600 comuni italiani, anche realtà straniere, molte delle quali riconducibili al mondo marinaro: un universo che travalica i confini nazionali. Ma Colombo è una figura chiave anche della modernità. La sua impresa dà l’avvio al Rinascimento, momento in cui il nostro paese ha avuto un ruolo nella cultura internazionale di assoluta centralità».
Se a livello nazionale per una giusta valorizzazione di Colombo la strada sembra essere in discesa, a livello regionale il quadro è un po’ diverso. Mentre Alessandro Repetto, presidente della Provincia di Genova, mostra vivo entusiasmo, promettendo di attivarsi «quanto più possibile per fare in modo che un grande genovese venga celebrato come merita» e il sindaco Giuseppe Pericu rinnova la sua volontà, manifestata fin dal 1999, a dichiarare il 12 ottobre festività civile, differente appare la posizione di Fabio Morchio, assessore alla Cultura della Regione Liguria. Nel novembre del 2003 Morchio firmò un ordine del giorno del Consiglio regionale in cui si impegnava ad aderire alla petizione del Comitato nazionale per Colombo, attivandosi presso «il Presidente della Camera dei Deputati ed il Presidente del Senato della Repubblica, organi costituzionali che attraverso l’esercizio della potestà legislativa hanno competenza ad istituire ulteriori feste nazionali, e presso i Parlamentari liguri allo scopo di ottenere il riconoscimento del 12 ottobre quale giorno di festa nazionale». Morchio tuttavia tiene a precisare: «Nella discussione di quell’ordine del giorno dichiarai di aderire, ma con una riserva. Dissi che il mio sì era subordinato alla condizione in base a cui la festività sarebbe stata celebrata di domenica, la prima o la seconda domenica di ottobre ad esempio. L’istituzione di una nuova festività in un giorno non festivo infatti comporta un eccessivo onere economico per la comunità. Le feste che ci sono non si possono certo sopprimere per far posto a Colombo: il 2 giugno, il 25 aprile, la Befana. È bene che Colombo venga sì festeggiato, ma in modo tale da non spenderci troppi quattrini».
Un simile punto di vista non trova d’accordo Maria Grazia Labate, la quale definisce atteggiamenti di questo tipo verso le cose colombiane «poco lungimiranti» e aggiunge: «Ricordare Colombo può produrre, al contrario, vantaggi economici. Si pensi, per limitarci alla sola Genova, a quanti turisti potrebbero recarsi a visitare il Museo del Mare. Si potrebbe poi fare in modo di far giungere nel nostro paese tanti connazionali che si trovano all’estero.

E si tratta di due esempi soltanto delle moltissime iniziative che si potrebbero organizzare».

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