«Un anno difficile e complicato il 2012. Per il mercato, per l'associazione, per il Salone». Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina-Confindustria Nautica, non fa sconti al governo dei Prof «nonostante i due importanti risultati che abbiamo portato a casa. Ma che fatica!». Si tratta della proroga al 2020 per le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per «porti turistici, approdi e punti di ormeggio dedicati al diporto», incluse quelle sportive dei circoli nautici. «Speriamo che Bruxelles non vanifichi tutto», è il commento del presidente. Quindi il secondo risultato: l'istituzione, presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del registro telematico per le unità da diporto immatricolate che, appena operativo, darà certezze al mercato, cancellerà la possibilità di frodi e renderà superflui i molteplici controlli alle imbarcazioni da parte degli organi preposti. Appena operativo, appunto.
«Già, la cosa non mi lascia tranquillo, considerato il periodo elettorale. Il regolamento attuativo è nelle mani dell'amministrazione centrale, speriamo non rimanga a lungo nel solito cassetto...», aggiunge Albertoni. Che ribadisce l'impegno di Ucina: «Pur in un clima politico confuso, aggravato dalla fine convulsa della legislatura, abbiamo dimostrato ancora una volta nei fatti di essere l'associazione che lavora per tutta la filiera, nell'interesse di tutti i settori del comparto, come sindacato della nautica. E così continueremo a fare per rimuovere gli ostacoli burocratici e fiscali che strozzano la ripresa del mercato nazionale. In questa situazione mi sembra di fare due passi avanti e uno indietro. Per tornare al mercato ci vuole stabilità economica che oggi in Italia non esiste. La nautica è stata colpita a morte. E non possiamo pensare che l'export risolva sempre tutti i problemi del nostro settore».
Poi un messaggio alla politica e al governo che usciranno dalle urne: «È evidente - dice - che certi ragionamenti si potranno fare se ci sarà un governo che li vorrà ascoltare. Intendiamo far capire, una volta per tutte, che il nostro ruolo non è marginale. In occasione del recente salone di Parigi ho avuto modo di scambiare qualche opinione con i colleghi francesi. Credono che Holland creerà sì qualche problema, ma escludono attacchi diretti alla nautica come in Italia. I governi francesi, di destra o di sinistra, considerano infatti la nautica un settore vitale per il turismo.
«Settore colpito a morte ma noi non molleremo»
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