Sevel, guerra di cifre sullo sciopero del sabato

È guerra di cifre sull’adesione allo sciopero proclamato dalla Fiom contro il ricorso al lavoro straordinario del sabato alla Sevel di Atessa (Chieti), l’azienda del gruppo Fiat dove viene prodotto il furgone Ducato e i suoi omologhi a marchio Peugeot e Citroen. Secondo il sindacato delle tute blu della Cgil il 70% dei dipendenti ha incrociato le braccia, mentre per il presidente provinciale di Confindustria Paolo Primavera l’adesione non arriverebbe neppure al 20 per cento. Percentuale analoga anche per la Fim Cisl: «Oltre il 70% degli operai ieri ha lavorato, disattendendo lo sciopero», sottolinea il segretario dell’organizzazione che fa capo alla Cisl, Bruno Vitali. E lo scontro promette di inasprirsi: la Fiom conferma che non parteciperà al tavolo di confronto il 15 settembre, convocato da Federmeccanica per discutere delle deroghe per il settore auto, dopo la disdetta del contratto 2008.
Frattanto, negli Usa,i concessionari della Chrysler sono pronti ad investire anche un milione di dollari pur di accaparrarsi le auto Fiat e Alfa Romeo: il Lingotto intende selezionare 165 rivenditori per il ritorno in grande stile sul mercato americano, previsto entro l’anno con la piccola Cinquecento. I requisiti sono stringenti e gli investimenti onerosi: i nuovi rivenditori Fiat a stelle e strisce - che hanno tempo fino al prossimo 22 settembre per inoltrare le loro domande - si troveranno in aree metropolitane dove i parcheggi sono pochi e la gente predilige auto a basso consumo e ad alto rendimento.

Dovranno inoltre creare uno showroom separato, allestito secondo i dettami della casa madre, ma il gioco vale la candela: secondo quanto trapelato dopo l’incontro dell’ad di Chrysler e Fiat con i venditori a Detroit, il margine lordo di guadagno dei concessionari dovrebbe aggirarsi sui 1.200-1.500 dollari per ogni Cinquecento venduta.

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