Guido Mattioni
Dal momento che la vicenda è poco seria, tanto vale stare al gioco. Provando, magari, a giocare con le parole. Quindi, visto che il teatro di ciò che accade è Vienna, potremo dire che quello che sta andando in scena in questi giorni nella capitale austriaca è lo «Sconcerto di Fine anno». Appuntamento a suo modo artistico, non in calendario, che sta precedendo di fatto - e con gran rumore - il ben più tradizionale Concerto di Capodanno dalla sala degli Amici della Musica.
Il povero Strauss, insomma, non centra. Quanto al «suo» generale Radetzky, arrossirebbe di vergogna, lasciando perdere lallegra marcetta, optando piuttosto per unonorevole fuga. Perché da martedì scorso, lungo le strade e nelle piazze di tutto il Paese, hanno fatto la loro comparsa 400 giganteschi manifesti, inequivocabilmente «porno», il cui scopo dovrebbe essere quello di celebrare lavvio del semestre di presidenza austriaca dellUnione europea, che inizia appunto il primo di gennaio.
Il quotidiano popolare Kronen Zeitung, che ha sollevato per primo lo scandalo, punta il dito in due direzioni. La prima, ovviamente, porta ai manifesti stessi e ai loro autori, lo spagnolo Carlos Aires e la berlinese Tanja Ostojic. Ma la seconda, conduce dritta dritta al cancellierato, ovvero al governo austriaco. Il quale, si è appreso, ha finanziato la discutibile campagna promozionale - belleuroinizio per Vienna, non cè che dire! - con un finanziamento di un milione di euro.
Soldi pubblici, dei contribuenti. Soldi quindi «sacri» e che invece, accusa il giornale con il sostegno indignato e bipartisan di esponenti tanto nazional liberali del Fpoe (estrema destra) quanto socialdemocratici, sono andati a finire in basso, decisamente in basso. Perché, per esempio, le stelle dellEuropa campeggiano nel manifesto della Ostojic al centro di uninsolita bandiera blu di foggia triangolare: un succinto slip, fotografato in primo piano e indossato da una ragazza senza volto, ma a gambe decisamente aperte.
Gli altri due poster sotto accusa, entrambi partoriti dallestro artistico delliberico Aires, sono entrambi una libera, ma soprattutto libertina, interpretazione del Dejeuner sur lerbe di Edouard Manet. Dove i protagonisti, due donne e un uomo, almeno così dicono i loro corpi completamente nudi, sono impegnati a consumare qualcosa di più carnale di qualche innocuo sandwich al tonno. Il loro, insomma, è un gioco erotico a tre. Con laggiunta, vistosamente imbarazzante soprattutto per il governo di Vienna, di facce posticce di altrettanti verissimi e notissimi personaggi internazionali: il presidente americano George W. Bush, che nel manifesto, per soprammercato, dà il volto a una delle due donne; quello francese Jacques Chirac più correttamente in panni maschili; e la regina Elisabetta dInghilterra, per così dire messa in mezzo. A sandwich, appunto.
Un colpo di genio e di buon gusto, questo manifesto, che viene però difeso dai dirigenti dellorganizzazione culturale (così almeno la chiamano loro) 25peaces, che come responsabile del progetto EuroPART ha ricevuto il considerevole finanziamento pubblico. I manifesti con le maschere di Bush, Chirac ed Elisabetta (ne esistono infatti due versioni) sono a loro dire meritevoli in quanto «rivolti contro la globalizzazione», mentre in quello con leuromutandina «lUe viene vista con ironia».
Dio salvi lEuropa, la sua arte e soprattutto i suoi bilanci!
Guido Mattioni
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