I numeri sono impietosi. I numeri dicono che il Milan, dalla stagione dellultimo scudetto 2003-04, ha cominciato una lenta ma inarrestabile marcia allindietro nel rendimento in campionato fino a precipitare agli attuali 46 punti in 29 partite. I numeri aggiungono che questanno il Milan è riuscito a fare persino peggio della stagione con la penalizzazione, dopo i tanti allori conquistati nello stratosferico 2007 rossonero. Sempre i numeri, infine, possono raccontare che tutti i guai del Milan sono intrecciati alle performances domestiche, dove le 4 vittorie contro 3 sconfitte e 7 pari sincaricano di documentare i guai e i limiti provenienti dal mercato a scartamento ridotto, oltre che le sventure e le ingiustizie patite (contro Empoli, Catania, Inter e Torino le clamorose sviste arbitrali).
Stanca nella testa. Il Milan è una squadra stanca nella testa. Carlo Ancelotti ne è convinto, lha ammesso mercoledì notte ai microfoni di Sky, ma non lha confermato ieri mattina alla squadra riunita per urgenti comunicazioni («abbiamo meritato di perdere giocando malissimo»). Forse perchè è consapevole di un altro limite: a San Siro il Milan questanno ha sbagliato puntualmente la partenza, si è risvegliato dal torpore solo a risultato compromesso. È successo tante volte, troppe. «Nel primo tempo eravamo molli e svagati» lanalisi confezionata in società. Segno che la squadra non risponde ai comandi dellallenatore, saldo in sella, «comunque vada sarò io a guidare la squadra il prossimo anno» la frase-chiave dettata a Sky.
Azzardi inevitabili. Il recupero di Jankulovski contro la Samp è stato un azzardo, come un azzardo clamoroso risultò il recupero per Yokohama, in vista del mondiale per club, reso inutile grazie al rifiorire di Maldini. Ancelotti ha corso il rischio in modo consapevole: nelle provviste della rosa non cè niente di meglio a disposizione (Maldini e Favalli affaticati).
La «bolla» Kalac. Kalac si è sgonfiato come una bolla in borsa: è partito benissimo (decisivo contro Udinese, Fiorentina e Siena) per poi afflosciarsi come contro la Samp e a Roma, tre giorni prima. Appena sono calate lattenzione e la tensione, ecco venir fuori i limiti strutturali dellaustraliano. Forse richiamare Dida sarà inevitabile.
Condizione fisica ok. Lo ripete, a ragion veduta, il responsabile di Milanlab (qui intesa come preparazione fisica): la condizione fisica non è un problema. «Da qui alla fine dovremmo andare sempre meglio» è la previsione dellinteressato, avvalorata dai precedenti in materia. E in effetti, persino contro la Samp, nel secondo tempo, il Milan ha preso a correre come non gli era successo prima. Non ha finito la benzina. Ha qualche esponente spolpato dalla mancanza di ricambi: Pirlo.
Infortuni. Ecco unaltra spina nel fianco. I recuperi non sono mai garantiti, tutti scanditi da ricadute, complicazioni. Kakà, fermato dopo pochi minuti, ha avuto un indurimento al flessore della coscia destra: salterà Torino e il viaggio a Londra col Brasile, tornerà contro lAtalanta.
Gol e mercato. Fare gol, specie a San Siro, è come scalare una montagna. Gilardino è spento, Inzaghi fatto fuori per lernia, tutto il peso è finito sul giovane Pato e sul giovanissimo Paloschi.
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