Sfida Antonveneta, Bpi studia il patto Abn scopre le carte
25 Luglio 2005 - 00:00Fiorani diserterà lassemblea rimandandola a mercoledì. Legali al lavoro sullasse con Ricucci. Oggi Amsterdam sceglie sul pacchetto raccolto nellOpa
Massimo Restelli
da Milano
Mentre Gianpiero Fiorani ordina la manovra diversiva su Antonveneta, Abn Amro si prepara a mettere nero su bianco i propri progetti per la banca padovana. Se è certo che Popolare Italiana e Stefano Ricucci diserteranno lassemblea facendola scivolare a mercoledì, nel primo pomeriggio sarà infatti Amsterdam a spiegare il destino delle azioni raccolte dallOpa, lasciata tramontare venerdì scorso poche ore prima che la Consob ravvisasse lazione di «concerto» tra Bpi e Ricucci con leffetto di ribaltare gli equilibri azionari di Antonveneta.
Ieri pomeriggio Fiorani ha chiamato a raccolta il fronte legale alla ricerca della soluzione migliore per rientrare in possesso dei diritti di voto: comprese le quote dellimmobiliarista romano, il 35% del capitale. Numerose le opzioni al vaglio, anche se, accanto allannunciato ricorso al Tar del Lazio, la strada prescelta sembra essere quella già battuta per «sanare» ex post il patto parasociale con Emilio Gnutti, Danilo Coppola e i fratelli Lonati emerso a maggio.
Ecco perché Bpi potrebbe ufficializzare oggi laccordo con Ricucci così da fare valere il proprio peso azionario mercoledì nellassemblea chiamata a rinnovare il vertice Antonveneta. LOpa obbligatoria in corso, che dovrebbe lievitare di qualche centesimo a 24,49 euro per effetto degli acquisti effettuati da fondi delle isole Cayman che la Consob ha collegato a Bpi, sembra infatti assorbire in «solido» anche il secondo patto. Opposta, tuttavia, la tesi di Abn (33 per cento del capitale) che pone fede nei propri legali e oggi dovrebbe mandare qualche segnale in più: accettando lOpa lodigiana la plusvalenza per il presidente Rijkman Groenink sarebbe prossima a 600 milioni.
A dirigere lassemblea sarà il presidente Tommaso Cartone ma Abn appare determinata a impugnarne le eventuali delibere, indipendentemente dallesito di una partita azionaria che solo la Procura potrebbe sfilare dallorbita della galassia di investitori di cui si è circondato Fiorani (52-53% del capitale).
Se Bpi non completasse in tempo la propria linea difensiva, gli olandesi potrebbero comunque mantenere un potere quasi assoluto su Antonveneta, grazie a un cda monocolore che avrebbe mano libera anche sulleventuale vendita degli sportelli (Bankitalia permettendo). O preparare unazione di blocco dove potrebbe incidere anche il risicato pacchetto racimolato nel corso dellOpa (2,88% delle adesioni). Da parte sua Popolare Italiana potrebbe però chiedere un ulteriore passaggio assembleare per spodestare il board filo-olandese o studiare eventuali azioni di responsabilità.
Se il giudizio sui piani industriali dei due pretendenti sembra passato in secondo piano, quello che si preannuncia è quindi un ulteriore groviglio di ricorsi e carte bollate a corredo di un risiko che sembra destinato ad allargarsi.
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