Sfida nord-coreana: «Lanciare il missile è un nostro diritto»

La Corea del Nord ha riaffermato la propria intenzione di procedere al lancio sperimentale di un missile balistico intercontinentale difendendo il proprio «diritto come stato sovrano» di «sviluppare, dispiegare, testare» nonché «esportare» la relativa tecnologia militare, ma, allo stesso tempo, il regime di Pyongyang ha lasciato aperta la porta ad eventuali colloqui con Washington per porre fine alla controversia. Lo riporta l'agenzia di stampa sudcoreana «Yonhap». Han Song Ryol, rappresentante aggiunto della Corea del Nord presso le Nazioni Unite, ha fatto sapere che Pyongyang è pronta a rinviare il test, se gli Stati Uniti accettano di sedersi al tavolo dei negoziati. Secondo Han la moratoria che impedisce il test di missili a lunga gittata, a cui la Corea del Nord si è sottoposta nel 1999, è applicabile a condizione che tra Pyongyang e Washington ci sia dialogo. «Gli Stati Uniti hanno espresso la loro preoccupazione per il nostro test missilistico. La nostra posizione è la seguente: d'accordo, parliamone», ha affermato l'inviato nordcoreano presso le Nazioni Unite, in una dichiarazione resa all'agenzia di stampa sudcoreana. La reazione Usa non si è fatta attendere.

«Ci aspettiamo che rispettino gli accordi», ha detto Bush. «Dovrebbe rendere la gente nervosa il fatto che un regime non trasparente che ha annunciato di possedere testate atomiche, si mette a lanciare missili - ha aggiunto Bush - non è il modo di comportarsi nel mondo».

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