Sfilano in 150mila per dire no a tutte le mafie

CORTEO All’iniziativa di «Libera» a sorpresa ha partecipato anche Roberto Saviano

Oltre 150mila persone hanno partecipato a Napoli alla 14ª giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Un fiume di gente che si è radunato in piazza del Plebiscito dove, dal palco, sono stati letti i nomi delle 900 vittime di mafia e camorra. Il corteo, promosso dall’associazione «Libera» ha avuto inizio con l’Inno di Mameli. A cantare sono stati soprattutto i familiari delle vittime della criminalità organizzata che hanno aperto il corteo. Ma in strada c’erano anche extracomunitari, studenti, scout, rappresentanti delle istituzioni e del sindacato, lavoratori in cassa integrazione, politici e tante persone comuni. Una folla giunta da ogni parte d’Italia e da trenta nazioni straniere. A pronunciare i nomi dei sei extracomunitari di colore uccisi nella strage di Castel Volturno lo scorso 18 settembre dai sicari del gruppo di Giuseppe Setola, anche lo scrittore Roberto Saviano che, a sorpresa, ha partecipato alla manifestazione. Da Saviano nessun commento, ma soltanto la lettura dei nomi di chi non c’è più. Dopo, in tutta fretta, si è allontanato con la sua scorta. A sfilare a Napoli anche tanti politici e rappresentanti del mondo giudiziario.
Per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, «il Nord ha sottovalutato il fatto che il cuore delle mafie è al Sud ma il portafoglio è prevalentemente al Nord» lanciando l’allarme che la crisi economica può «rappresentare il rialzare la testa di tutte le forme di economia criminale». Rita Borsellino, presidente dell’associazione nazionale «Un’ Altra Storia», e vicepresidente di «Libera», oggi ha marciato a Napoli insieme con tanti giovani: «Sono molto arrabbiata e meno ottimista di 17 anni fa, quando morì mio fratello», ha detto, sottolineando: «Oggi le istituzioni sono più lontane.

La reazione forte nelle istituzioni, mi aveva portato a credere che la soluzione fosse più vicina. Ma dopo 17 anni la soluzione ancora non c’è». L’unica «consolazione» - ha concluso - sono i giovani con la loro energia e carica.

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