Sfilata di moda dietro le sbarre

Comunque moda, anche se dentro le mura di un carcere. Perché anche se i destini personali possono essere diversi e altrettanto distanti, una sfilata di moda può avere il merito di esaltare la comune identità femminile. Detenute comprese. Accade a Pontedecimo, nella casa circondariale che ospita 59 donne, 64 uomini e due bambini. Ieri pomeriggio si sono così aperte le porte del penitenziario cittadino per lasciare spazio a «Fiocchi, fiori, fantasia e un po' di follia», la sfilata di moda che ha visto coinvolte 18 donne: 9 detenute e 9 studentesse dell'istituto Gaslini e Bergese. Durante la sfilata nata all'interno del progetto «Mary Poppins» - realizzato dalla scuola dell'alfabetizzazione, dalla scuola superiore di primo grado del Centro territoriale permanente di Bolzaneto e dalle scuole superiori Ipsia Gaslini e Vittorio Emanuele Ruffini, attivate all'interno dell'istituto di pena - sono stati presentati 79 abiti, borse, accessori e bijou; insomma chiffon, paillettes, rouche, ago, filo e forbici non nell'atelier di uno stilista famoso, né in una sala operatoria, ma più semplicemente nel carcere di Pontedecimo.
Ai lati della passerella, ad applaudire le modelle il sindaco Marta Vincenzi, il generale Oronzo Doria, il direttore del penitenziario Giuseppe Comparone, il direttore in missione Maria Milano (capo della casa circondariale di Chiavari) e tutto il personale penitenziario. Il ricavato della vendita degli abiti serviranno poi a finanziare altri progetti scolastici nel carcere.
«Un progetto pensato per le donne e rivolte a tutte le iscritte ai corsi scolastici all'interno dell'istituto penitenziario - ha spiegato Maria Milano -, perché nella complessa realtà carceraria la scuola resta un momento importante per il recupero delle detenute. E la sfilata è sicuramente una testimonianza tangibile del recupero che cerchiamo di portare avanti».

«E tra le iniziative future anche un corso di sartoria, un corso di pittura, uno sulla genitorialità, ma anche corsi per imparare a tostare il caffè e a far funzionare le macchinette del caffè e il progetto Cin Cin bomboniere», ha concluso il direttore Giuseppe Comparone.

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