Sgarbi contro il progetto del nuovo Lirico Fi: non si torna indietro

Salvato il teatro Nuovo, torna a infiammarsi la polemica su un altro tempio dello spettacolo milanese che non riesce a trovar pace. «Al Teatro Lirico basterebbe un intervento di ristrutturazione molto più semplice e meno oneroso di quello progettato. E nel giro di qualche mese potrebbe di nuovo essere aperto». Queste le parole di Vittorio Sgarbi, il vulcanico assessore alla Cultura, ieri a Palazzo Marino durante la commissione congiunta Cultura e Lavori pubblici convocata proprio per discutere del destino della sala di via Larga, i cui lavori di recupero dovrebbero partire entro marzo. Un progetto che all’assessore non piace proprio. «Ho fatto un sopralluogo qualche giorno fa - spiega - e la struttura mi è sembrata in condizioni di essere recuperata senza interventi radicali e avveniristici. Ma la Sovrintendenza ad agosto ha dato il via libera al progetto senza nemmeno consultarmi». Poi Sgarbi precisa di «non aver nulla contro Gianmario Longoni», l’impresario che ha vinto il bando di gara, e di non avere alcuna intenzione di fare polemica sul caso Dell’Utri. «Però non capisco - aggiunge - l’esigenza di questo intervento radicale autorizzato dalla Sovrintendenza».
Parole che non sono proprio piaciute al capogruppo di Forza Italia Giulio Gallera. «Una delle tante bizzarrie di questo assessore pro-tempore - la sua durissima replica -. Longoni, tanto per cominciare, ha vinto un appalto.

E se dovessimo annullare i lavori, il Comune sarebbe costretto a pagare una salatissima penale. Il teatro va bene così com’è? Non mi sembra proprio. Noi ragioniamo sul futuro, sul modello delle grandi strutture europee e mondiali che ormai esigono caffetteria, book shop e altri spazi oltre a quelli tradizionali».

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