Sgarbi fa le valigie per Roma

(...) Ecco allora che la Soprintendenza potrebbe essere il posto giusto. Nomina che spetta al ministero. E così presto Alemanno dovrebbe chiedere a Sandro Bondi di interessarsi alla pratica. «Un’intelligenza come quella di Vittorio va coinvolta - aveva detto il neo ministro commentando il suo licenziamento - Troveremo la forma per collaborare». Da Milano nessun rimpianto. «Non conosco i progetti del sindaco Alemanno - la fredda replica di Letizia Moratti -, quindi non mi sento di dargli consigli. Lui conosce bene le tematiche della sua città e saprà affrontarle tutte. Comprese quelle culturali. E nel modo migliore».
«Preferisco un incarico da consulente piuttosto che da assessore - le parole di Sgarbi -, non ho presentato una lista alle elezioni e non posso avere un ruolo politico diretto». E a proposito della teca dell’Ara Pacis, assicura che «la congruenza tra me e Alemanno è molto più forte di quella che c’era con la Moratti: Alemanno ha aperto la sua sindacatura citando la mia battaglia epocale contro la teca di Meier. Una battaglia che ovviamente proseguirò».

Duro anche il commento alla sua esclusione dal governo. «Non so chi abbia posto il veto. So di essere un soggetto che non offre garanzia di totale obbedienza, ma ho semplicemente pensato che le mie competenze sarebbero state perfette per il ministero della Cultura».

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