Cronaca locale

Sgarbi, invito a cena al Leonka Ferretto: «Mi dica quando»

L’assessore, attaccato per essersi opposto allo sgombero, rilancia: «Venite a vedere»

Marta Bravi

«Aspetto la data» risponde Silvia Ferretto. «Non se ne parla» risponde secca Carla De Albertis. Vittorio Sgarbi, provocatore per eccellenza, ha trovato «pane per i suoi denti»: Silvia Ferretto, consigliere regionale di An, ha, infatti, accolto l’invito dell’assessore alla Cultura, ad andare a cena insieme al Leoncavallo. Diversamente dall’assessore alla salute di Palazzo Marino che risponde: «Spero che il 15 venga fatto lo sfratto. Parlerò con il Leoncavallo solo dopo 20 anni di buona condotta».
In realtà è stata la Ferretto ad aver provocatoriamente invitato il critico d’arte a una «visita scortata», più che una piacevole cena, al centro sociale di via Watteau, dopo aver letto le dichiarazioni dell’assessore che si è pronunciato contro lo sgombero dello storico squat di Milano, previsto per il 15 settembre.
Venerdì notte, verso le 4, il critico d’arte ha visitato il centro sociale, che ha definito con un certo stupore «un posto tranquillo». Alla fine del sopralluogo, però, l’assessore ha manifestato l’intenzione di fare qualcosa per evitare lo sgombero «ingiusto», a partire dal cercare una soluzione alternativa con il sindaco Moratti.
La Ferretto, che con gli autonomi ha avuto altre esperienze, naso rotto nel 1985 alla facoltà di Scienze politiche e un’aggressione in piazza Argentina nell’89, che costò a Riccardo De Corato un ricovero in ospedale, sconcertata dalle dichiarazioni di Sgarbi l’ha invitato a scortarla per una visita. «È un posto dove la mia presenza sembra non essere gradita - ha detto la consigliera regionale - ma, se è vero che i frequentatori di questo centro sono cambiati lo dimostrino, accettando un confronto civile e democratico all’interno del centro stesso, del quale invito lo stesso Sgarbi a farsi promotore». L’invito della Ferretto è una provocazione «di seconda mano»: cadde nel vuoto, infatti, la richiesta fatta nel novembre 2004 al leader storico, Daniele Farina, di visitare lo squat. Come mai? «Non ha mai risposto evidentemente perché conosce bene i frequentatori del centro», commenta Silvia Ferretto. Questa volta però l’esponente di An ha trovato un «osso duro». Sgarbi non è uno che si tira indietro, anzi si diverte ad alzare il tiro. «Magari a notte fonda, avvolto da un’atmosfera idilliaca, il Leoncavallo potrebbe piacere anche Ferretto e De Albertis. Potrebbero persino divertirsi. Io comunque sono disposto a invitarle a cena tutte e due. Ho sempre avuto un pregiudizio sul centro sociale - confessa l’assessore alla cultura - pensando che fosse un luogo di facinorosi. Invece l’altra notte, dopo aver effettuato un sopralluogo, mi è apparso sotto un’altra luce: persone sedute ai caffè, nessuno che mi ha urlato “fascista”, quasi un club chic». Questione di prospettive, dunque: da «nemico numero uno della città» come ha definito il Leoncavallo l’assessore regionale ai giovani, Pier Gianni Prosperini, a «club chic» nell’ottica sgarbiana, passando per «zona franca dell’illegalità» secondo la Ferretto all’assessore alla salute di Palazzo Marino Carla De Albertis.


Insomma, non che resta che augurare «buon appetito» ai due politici.

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