Marta Bravi
Inutile fare tanti giri di parole o usare eufemismi ridicoli se non fuori luogo. LInnominato lasciamolo al Manzoni. Noi la chiameremo cacca come daltronde si chiama. Proprio la cacca sarà la protagonista della mostra allestita al museo di Storia Naturale di corso Venezia che inaugurerà il 21 marzo, giorno dellequinozio di primavera. A presentarla ieri lassessore alla cultura Vittorio Sgarbi che ieri ha sdoganato un altro tabù, quello degli escrementi umani. «La cultura non ha limiti e io non tollero limitazioni alla mia attività», ha ribadito ieri lassessore per rispondere ancora una volta ai colleghi della giunta e ai capi di partito che la settimana scorsa avevano chiesto la sua testa. Ribadita la propria libertà despressione ecco che Sgarbi lancia la sua idea: «Una mostra parallela al Pac sulla merda nellarte». E a proposito di arte contemporanea lassessore annuncia di aver trovato la sede per quello che sarà il Museo di arte contemporanea, che a Milano ancora manca: lex garage Traversi di via Bagutta. «Ho parlato ieri con Zunino che era daccordo». Le intenzioni dellimmobiliarista, che ha acquistato ledificio per 89 milioni di euro, erano quelle di trasformare il garage in un enorme negozio multimarca, ma lassessore Sgarbi ha pensato anche a quello: «Una parte del museo potrebbe ospitare un grande negozio di gadget». La mostra, dal titolo «Storia naturale dellinnominabile», invece, avrà un taglio scientifico con tanto di laboratorio: al Biolab, infatti, sarà allestito un laboratorio permanente con tanto di «macchina della cacca: basterà buttare alimenti diversi e aspettare il risultato». «La mostra ci è già stata richiesta da più comuni, come Trieste e di Ravenna - spiega Ilaria Guaraldi Vinassa de Regny, curatrice - da qui lidea di trasformarla in una mostra itinerante». E se Milano dovrà aspettare la primavera, Genova avrà il privilegio di vederla in anteprima la settimana prossima al Festival della scienza. Lattesa milanese, però, sarà compensata da un notevole vantaggio: la ditta che sponsorizza la mostra, la Sebach, ditta specializzata nel noleggio di bagni chimici, che concederà alla città una cinquantina di bagni, decorati da Toscani con le riproduzioni di capolavori dellarte, che verranno sistemati nei parchi pubblici e nei mercati rionali. «Non capisco perchè il Comune non ci abbia mai pensato - bofonchia Sgarbi - quando andai a vedere il monumento sbagliato a Montanelli una delle prime cose che mi disse il guardiano fu proprio questa, nei parchi non ci sono i bagni».
Insomma sembra che largomento sia più attraente di quanto si possa immaginare, basti pensare al fatto che anche Toscani, che sta collaborando allallestimento della mostra, ci ha fatto anche un libro. «Dal diamante non nasce nulla, dal letame nascono i fiori», per chiudere con De Andrè.
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