Sgarbi: «Questo è un mausoleo anti opere. E ora vado a Venezia»

da Roma

Welcome to the future, nel museo dalle Maxxi aspirazioni e delle MAXXI spese, tempio ultra-tecnologico della Bellezza post-moderna e generatore in vetro-acciaio di un pensiero estetico proiettato oltre le discipline e al di là dei confini culturali. Si scrive Maxxi, si legge Museo nazionale delle Arti del XXI secolo. Per realizzarlo ci sono voluti 10 anni, 6 governi, oltre 100 milioni di euro. E solo per inaugurarlo ci vorranno tre giorni: la Maxxi conferenza stampa di ieri - mille giornalisti accreditati, critici, artisti, curatori, cultural-vip, politici e funzionari - ha aperto l’evento cultural-mondano del decennio. E le polemiche. Sandro Bondi, a capo del ministero dei Beni culturali (l’ente finanziatore al 90% del Maxxi) ha parlato per un secondo e mezzo, il tempo di esordire ringraziando «l’attuale governo e Silvio Berlusconi per aver portato a compimento l’opera», ed è stato investito da una salva di flash e da una di buuh. Poi ha aggiunto il riconoscimento del «ruolo essenziale di tutti i ministri precedenti, Veltroni, Melandri, Urbani, Buttiglione e Rutelli» e i fischi si sono stemperati negli applausi. Il conformismo dei contestatori.
E così, accontentati tutti, l’unico vero contestatore è rimasto Vittorio Sgarbi, di cui ancora non si è capito bene il ruolo all’interno del Maxxi, e per questo non era al tavolo dei presentatori-cerimonieri ma proprio per questo, snobbando ministro, presidente, curatrici e archi-queen Zaha Hadid, tutti, terminata la conferenza, si sono precipitati a sentire cosa ne pensava del maxxi museo il critico-star. «Non è quello che avrei immaginato come museo d’arte contemporanea. L’effetto barocco del Maxxi, che indubbiamente crea stupore, finisce col prevalere sulla funzione. Arrivando al paradosso di offrirsi come uno spazio che non deve essere disturbato dalle opere: vuoto sarebbe la massima esaltazione dell’opera di Zaha Hadid. È un mausoleo, più che un museo».
Non è stata l’unica bomba fatta esplodere da Sgarbi: «Mi hanno nominato, sono soprintendente al polo speciale di Venezia» sottolineando che per accettare l’incarico ha dovuto rinunciare all’aspettativa come Alto Commissario dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali per la Villa di Piazza Armerina. Al momento però manca ancora la conferma del ministero, anche se Bondi si era già espresso a favore. Ovviamente le polemiche e le levate di scudi veneziane sono partite all’istante.
Intanto, mentre il museo era semi-vuoto di capolavori dell’arte e pieno di vip del mondo dell’arte Sgarbi, ciceronando tra un livello e l’altro del Maxxi, ha incrociato due suoi “vecchi” oggetti di furiose liti. Germano Celant, al quale ha presentato la vera opera d’arte contemporanea presente nel museo: una blondie 35enne in miniabito giallo.

E Achille Bonito Oliva, con il quale non litigava da vent’anni. «Mi ha avvicinato lui. Mi ha fatto gli auguri per la mia Biennale. È stato gentilissimo». Magia del Maxxi: uno Sgarbi buonista.
Si chiude un’era, si apre il buffet.

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