Sgomberato l'ex centro vaccinale in viale Brenta

Traffico bloccato e la fermata MM della linea 3 chiusa fino alle 10.30

Sgomberato l'ex centro vaccinale in viale Brenta
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È durata poco più di due mesi l'occupazione del vecchio centro vaccinale di via Brenta, all'angolo con corso Lodi, da parte di un melting pot di militanti antagonisti, collettivi filopalestinesi e immigrati arabi. Due mesi in cui lo stabile occupato ha fatto in tempo a farsi notare dalla questura come punto di ritrovo da tenere particolarmente sotto osservazione, soprattutto dopo che dalle sue mura erano stati lanciati appelli in favore di un detenuto accusato di terrorismo internazionale. A fare le spese della deriva estremista, che ha probabilmente accelerato le procedure di sgombero, sono state alla fine le famiglie occupanti, con diversi bambini piccoli, che ieri si sono ritrovate con le loro suppellettili sullo spartitraffico di corso Lodi, mentre la polizia presidiava il centro per impedire la rioccupazione.

L'operazione di sgombero è scattata ieri mattina all'alba, con uno schieramento di forze e misure di sicurezza che tenevano conto dei rischi di una resistenza che in realtà non c'è stata. Un dispositivo congiunto di vigili urbani e polizia ha provveduto a bloccare il traffico su corso Lodi per il lungo traffico compreso tra via Brenta e via Brembo, e all'inizio delle operazioni è stata bloccata prudenzialmente anche la stazione di Brenta della metropolitana gialla. Funzionari della questura con l'appoggio del reparto Mobile hanno bussato all'ingresso su via Brenta notificando l'ordine di sgombero che non ha trovato opposizione. Nell'operazione sono stati coinvolti anche i servizi sociali del Comune che hanno preso in carico la delicata situazione della famiglia sudamericana trovata all'interno dello stabile.

Il centro vaccinale, per decenni punto di riferimento della sanità milanese, era chiuso da diversi anni e lo stabile di proprietà comunale versava in condizioni di abbandono. La sua occupazione da parte dei centri sociali del Corvetto era avvenuta in nome del "diritto alla casa", ma si era subito contraddistinta per gli striscioni "Giustizia per Ramy", dedicati al giovane morto in via Quaranta mentre fuggiva dai carabinieri, cui si erano aggiunti poco dopo bandiere e striscioni a favore della resistenza palestinese.

Il salto di qualità era avvenuto il mese scorso quando il centro era stato tappezzato di manifesti in difesa di Anan Yaeesh, il militante palestinese arrestato nel gennaio 2024 all'Aquila su richiesta di Israele, accusato di fare parte delle brigate Al Aqsa e di pianificare attacchi terroristici nei confronti dello Stato ebraico. A quel punto prefettura e questura hanno deciso che la misura era colma.

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