Sgomberato il palazzo occupato dagli anarchici

Con un’azione lampo è stato liberato lo stabile in viale Toscana 14 occupato da un gruppo di anarchici, che erano stati sgomberati lunedì dalla storica piscina abbandonata «Caimi» di via Carlo Botta, nella zona di Porta Romana. Nelle prime ore di ieri mattina gli antagonisti hanno lasciato volontariamente l’edificio. «L’azione di moral suasion esercitata dalle Forze dell’ordine ha subito prodotto un risultato positivo e ha ristabilito la supremazia della legge», ha commentato il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, rivolgendo parole di elogio al prefetto Gian Valerio Lombardi e al questore Alessandro Marangoni.
«Ringrazio soprattutto la proprietà - ha aggiunto il vicesindaco - che ha subito sporto querela a dimostrazione che i centri sociali sono isolati nelle loro periodiche violenze. La mia solidarietà va poi alla famiglia dell’affittuario ferito: naturalmente mi auguro che qualcuno paghi anche per questo gesto».
L’altra mattina intorno alle 9.30 ci sono stati momenti di tensione fra il gruppo di persone che si erano impossessate indebitamente della palazzina di due piani e il regolare affittuario dello stabile. Dopo che dalla finestra erano volati pesanti insulti, la situazione è degenerata quando gli occupanti hanno gettato una bottiglia che ha ferito il nipote dell’uomo, condotto poi in ambulanza al Policlinico per farsi medicare un braccio. Secondo i centri sociali, invece, il ferito si è tagliato la mano sfondando a pugni un vetro del piano terra. Si è conclusa così una vicenda, iniziata il 20 febbraio scorso, quando questi veri e propri professionisti dell’abusivismo erano entrati nella piscina, costruita negli anni Venti, al termine di un lungo corteo in zona Ticinese e Solari, sostenuto dagli anarchici protoganisti dell’esprienza della «Bottiglieria occupata» e liberata nell’ottobre del 2010.

Una volta usciti dal centro sportivo, i giovani si erano sparpagliati per la città per entrare poi nella casa di viale Toscana 12/14. Temendo lo sgombero, hanno chiamato un gruppo di «supporter». Ma evidentemente non è servito.

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