Shakespeare e i maestri «demiurghi»

Laura Novelli

Due gruppi di quindici giovani allievi (italiani, belgi, francesi, spagnoli e portoghesi); quattro sedi di lavoro; una sfilza di istituzioni partecipi (tra cui l’Eti e il Css di Udine); un testo complesso come Pericle, principe di Tiro di Shakespeare e, soprattutto, due maestri-demiurghi molto diversi tra loro quali Antonio Latella e Pippo Delbono. Si potrebbe riassumere così la fisionomia del «Progetto Thierry Salmon 2006», pregevole corso di perfezionamento teatrale diretto da Franco Quadri che, giunto quest’anno al termine del suo programma triennale (la scorsa edizione era stata «capitanata» da Carlo Cecchi e Rodrigo Garcia), si propone ora al pubblico capitolino nella sua più intima sostanza. Quanto vedremo infatti al Valle e al Quirino tra oggi e domani non ha i lineamenti dello spettacolo compiuto e neppure delle prove destinate a future messinscene. Si tratta bensì di semplici dimostrazioni di metodo, lezioni aperte, «istantanee» di due percorsi di studio distinti, carichi entrambi di sapienze, lingue e forme espressive emblematiche.
Latella ha scelto di condurre il suo laboratorio estivo (diviso tra Saragozza e Lisbona) sulla tragedia shakesperiana, «un’opera - afferma il ben noto regista - che parla proprio della ricerca costante di un maestro. Shakespeare è il mio maestro e lo stesso Pericle affronta qui un viaggio in cinque tappe per trovare la sua guida» (la dimostrazione finale è fissata per le 18 di oggi al Valle, con replica alle 21). Delbono invece ha fatto piazza pulita di qualsiasi riferimento testuale e nel suo atelier, snodatosi tra Fagagna (Udine) e Liegi («due luoghi cupi e tristi», sorride), ha voluto concentrarsi su La danza del corpo e delle parole, come suona il titolo stesso della lezione prevista al Quirino domani sera. Il primo, dunque, ha lavorato essenzialmente sull’incontro, «sulla parola che si fa corpo, sull’idea del gioco, sull’improvvisazione». L’altro ha puntato maggiormente sugli aspetti fisici, «sulla tecnica e la scientificità dell’azione teatrale, sulla poesia spontanea di gesti e salti». Entrambi però hanno dato forma alla loro capacità di compiere un percorso di crescita «insieme» con gli allievi, riattraversando qualcosa della propria storia creativa e personale e aggiungendo al loro intimo bagaglio di artisti esperienza umana in grado, eventualmente, di «lievitare» nelle prossime regie. Non è un caso, d’altronde, che la formula stessa del corso (succeduto alla felice esperienza de «L’Ecole des Maîtres») preveda pure un momento di confronto tra i due laboratori e i due «maestri» (venerdì alle 11, sempre al Valle).

Momento che si impone quale anima vera dell’iniziativa: eco contemporanea di quell’idea di comunità, condivisione e ascolto reciproco che tanta parte ha svolto nella ricerca, nella pedagogia e nella storia del teatro moderno.
Le dimostrazioni sono ad ingresso libero (con numero limitato di posti al Valle); informazioni allo 06/6869049.

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