E se Otello e Romeo e Giulietta fossero in origine delle commedie, volte in tragedia da un buffone saggio, da un fool dispettoso? Se Giulietta non fosse linnocente fanciulla sprovveduta e colta da istantaneo amore e apparisse nella sua interezza di ribelle ai dettami di famiglia, coraggiosa, decisa e desiderosa di fare sesso con Romeo? E se Desdemona non fosse quellangelo del focolare, sbiadito dalle interpretazioni di secoli, vittima silenziosa e obbediente, ma risultasse una donna tenace, dallo spirito guerriero, una che non si spaventa del sangue, una che, come le fa dire Shakespeare, vorrebbe essere Otello, poter combattere al suo posto e annientare nemici sul campo di battaglia?
Buonanotte Desdemona (Buongiorno Giulietta) di Ann-Marie MacDonald (Reading Theatre, pagg. 127, euro 10), è un testo teatrale nato dalla mente e dalla penna di una scrittrice-attrice mossa dallesigenza di «riscattare le eroine» di Shakespeare, che non sono «imbranate, lagnose, deboli e noiose» come sono state spesso tramandate.
La commedia racconta di Costanza Ledbelly, accademica alla Regia Università Queendi Kingston, che scrive la sua tesi di dottorato su Shakespeare e tenta di decifrare un codice alchemico che potrebbe essere la fonte sconosciuta di Romeo e Giulietta e di Otello, tragedie dove le morti non sono inevitabili. In un crescendo di colpi di scena, scontri, sparizioni e apparizioni, fraintendimenti sessuali, tempi comici rigorosi e tutta la maestria di un artigianato sapiente, questo testo prende corpo, ritmo, brio. E sono le donne a condurre lazione: prima fra tutte Costanza, ingenua e intelligente, «un archetipo, il classico personaggio che parte dal basso e alla fine raggiunge la gloria», come spiega lautrice nellintervista pubblicata in appendice, a cura di Monica Capuani, traduttrice del testo.
Lazione parte dallufficio della Ledbelly e poi si sposta a Cipro e ancora a Verona, per tornare al punto di partenza. E ogni passaggio è segnato da «effetti deformanti», dissolvenze magiche e cestini della carta straccia capaci di risucchiare i personaggi per trasferirli altrove. Gli uomini (Otello, Iago, Mercuzio, Tebaldo, Romeo) non fanno una grande figura, ma sono divertenti, vorticosi, energici e subiscono lazione, non la determinano. Desdemona, femminista ante litteram con vocazione da amazzone, e Giulietta, annoiata da Romeo già dopo la prima notte di nozze, sono archetipi dellinconscio di Costanza, sono tre in una e in comune hanno pure la data di nascita.
È la narrazione di un percorso, una presa di coscienza, una ricerca di identità. «Devo trovare la mia identità autentica - dice Costanza - e poi scoprire chi è lautore». E lAutore, il Buffone, è lei, con il suo berretto e pon pon rosso fuoco, come fosse un fool. Arriva a Cipro e sta quasi per essere uccisa al posto di Desdemona, è catapultata a Verona e prende il posto di Mercuzio, cerca di cambiare le sorti, di annullare le morti, fa innamorare di lei sia Romeo sia Giulietta, in unesilarante confusione di sessi. Leroina si spaventa di questa esperienza: «voglio tornare a casa, voglio vedere i miei gatti. Voglio rileggere Jane Eyre e non uscire mai più».
Testo divertentissimo, carico di «energia vitale», come scrive la regista Serena Sinigaglia nella prefazione, il più rappresentato in Canada, terra di Ann-Marie. Scritto alla fine degli anni Ottanta, nel 2001 ha visto in scena la stessa autrice nei panni di Costanza, al Canadian Stage di Toronto.
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