da Gerusalemme
Durante il recente trasferimento da un ospedale di Gerusalemme a uno di Tel Aviv l'ex premier Ariel Sharon, 78 anni e in coma dal 4 gennaio, ha aperto gli occhi. Lo riferisce con grande evidenza il quotidiano Yediot Ahronot, secondo cui questo sviluppo ha rinfrancato i familiari dello statista. Nei giorni scorsi, aggiunge il giornale, Sharon ha tenuto gli occhi aperti anche per alcune ore di seguito. Ma il suo sguardo era fisso. «Alcune persone che lo hanno visto - scrive Yediot Ahrnot - sono rimaste turbate». Secondo uno dei medici curanti di Sharon, non è raro che un malato in stato vegetativo apra gli occhi. Ma ciò non significa in alcun modo, ha aggiunto, che linfermo stia riprendendo conoscenza.
Tra i programmi di Sharon, prima che lictus lo colpisse, cera lo sgombero (non totale) degli insediamenti in Cisgiordania. Stando a quanto riferisce il quotidiano Maariv, citando un sondaggio, il 44 per cento dei coloni israeliani in Cisgiordania (250mila, esclusa Gerusalemme Est) sono in principio disposti ad abbandonare le proprie abitazioni dietro un adeguato indennizzo. Il sondaggio è stato condotto per verificare in quale misura lattuale premier, Ehud Olmert, troverebbe opposizione se decidesse di ordinare un consistente ritiro in Cisgiordania.
Anche ieri miliziani palestinesi hanno lanciato dalla Striscia di Gaza missili Qassam contro la città israeliana di Sderot. Tre i razzi sparati: due hanno danneggiato un complesso di edifici a pochi metri dalla casa del ministro della Difesa, il leader laborista Amir Peretz. Il terzo ha colpito un'area disabitata alla periferia della città.
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