«Lui pensava che il problema fosse il Milan. Forse ha capito solo adesso che il problema era lui». Visto da Milano, anzi dalle pendici di Milanello, il tormento di Shevchenko non è più una notizia ma per riflettere ad alta voce sul grande gelo inglese che ha avvolto Sheva e la sua stella calcistica, rimasta finora spenta dopo il trasferimento al Chelsea al costo di 46 milioni di euro. Il suo rendimento è discusso e non solo dai giornali pieni di pagelle feroci che lo inchiodano tutte le volte. I numeri, che sono stati da sempre il suo pezzo forte, stanno a dimostrarlo: 3 gol dallinizio della premier league sono una miseria (in 12 presenze). E stasera Mourinho si preparerebbe a portarlo in panchina, contro il Bolton. Ma a Londra hanno fatto un passo in più facendo circolare la notizia secondo cui il Chelsea è già al lavoro per acquistare il giovane attaccante spagnolo del Valencia, David Villa (offerti 22 milioni di sterline) per riparare appunto al flop Shevchenko.
Shevchenko è in crisi e al Milan lhanno capito da tempo. Nelle settimane passate Silvio Berlusconi pubblicizzò la sua voglia di «tornare a casa». «Intervista creato me qualche problema» confessò poi Sheva con alcuni cronisti che continuano a sentirlo a scadenza più o meno fissa. «Quel trasferimento è irrimediabile» chiosano gli esperti di calcio-mercato e tra questi Fabio Parisi, suo amico e manager. Assolutamente improbabile il ritorno al Milan e non solo per motivi economici. Dopo 11 mesi, Shevchenko ha ripreso a chiamare altri esponenti del giro dei suoi amici, Piero Gaiardelli per esempio: quasi volesse ricevere un po di conforto o magari ricostruire rapporti che si sono naturalmente interrotti col trasferimento a Londra. Paolo Maldini ha dato una lettura tecnica dei suoi affanni. «Me lha spiegato Drogba: nei primi tempi il pallone gli passa sulla testa» la tesi del capitano che non fu mai tenero con Sheva e la sua fuga.
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