RomaIl primo a prendere le distanze dal «personaggio del giorno» è il sito Internet dellUnità. Ma quale Pd, «sinistra» e popolo viola! «Carlomagno è un Paolini della politica», scrive il quotidiano del Pd. Ove per Paolini si intende il noto disturbatore di collegamenti tv. E invece no.
Ieri il premier Berlusconi è incappato nel trappolone dell«infiltrato speciale» (si è qualificato come ufficio stampa del Senato, dice il Pdl), alias Rocco Carlomagno, sedicente freelance, militante del Coordinamento nazionale di lotta contro i siti di stoccaggio e partecipante alle ultime kermesse dei «violacei». E, come si legge in serata sullimmancabile Facebook, «iscritto Pd nel circolo del centro storico». Nel suo albo doro figuravano già un«incazzatura» del pacifico Marco Pannella, unincursione al loft veltroniano e un raid a un convegno della dalemiana ItalianiEuropei.
Il quarantenne lucano sè seduto in ultima fila nella sala conferenze e ha preteso di sottoporre il premier al proprio interrogatorio. Nellordine: le tangenti della Protezione civile, il presunto arrivo al Quirinale venerdì sera prima del capo dello Stato nonché limmancabile richiesta di dimissioni.
Carlomagno non ha rispettato lordine degli interventi ed è stato ripreso da Berlusconi. «Attenda», gli ha detto. Ma vista linsistenza lo ha apostrofato: «Lei non ha in questo momento lopportunità di intervenire. Potete accompagnare gentilmente alla porta quella persona?». Lattivista-freelance-militante Pd non sè perso danimo nonostante il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, si fosse seduto accanto a lui per acquietarlo. Una giornalista del Tg3 ha obiettato. Carlomagno ha continuato a inveire. «Lei è un villano e dovrebbe meritare ben altra cortesia rispetto a quella che io le riservo. Si vergogni», ha risposto Berlusconi. «Non è un giornalista», ha detto qualcuno. «Non mi interessano gli albi perché sono di epoca fascista», ha continuato.
Berlusconi ha cercato di sdrammatizzare ironizzando sullalopecia di Carlomagno: «Capisco che lei sia così arrabbiato: se la mattina si va a pettinare davanti allo specchio, si vede e si è già rovinato la giornata». Ma limbufalito ospite non si placa e così il premier ha ripreso il microfono: «A nessuno di noi passerebbe neppure per la testa di andare a disturbare una conferenza stampa di un leader della sinistra. Questo dimostra la sua assoluta antidemocraticità e illiberalità e la sua volgarità». Il ministro La Russa lo ha preso per il bavero e lo strattonato prima di essere bloccato.
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