Politica

Si accende il confronto sui tagli «La riforma entro il 20 giugno»

Alemanno: interventi sulla spesa, ma parte delle tasse va spostata

da Roma

Tutto ancora da decidere. Il dibattito sulla copertura finanziaria del taglio dell’Irap è ancora aperto. Lo assicura il ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno. Intanto, il vice ministro dell’Economia, Mario Baldassarri, ricorda che il tema del taglio dell’Irap «non è collegato direttamente a quello delle rendite finanziarie».
Si anima il confronto nell’esecutivo su come individuare le risorse finanziare per ridurre l’Irap. Il premier, Silvio Berlusconi, continua a dirsi contrario ad un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. Alemanno conferma che sull’argomento «ci sono tanti documenti che girano e, quindi, bisogna verificare la situazione». Il ministro delle Politiche Agricole, però, è tra i favorevoli a tassare le rendite finanziarie. «Ho sempre detto - conferma - che è un’ipotesi. Si dovrebbero reperire risorse tagliando la spesa, con la lotta all’evasione, ma una parte di tasse va spostata. Io credo che sia la cosa più logica». Alemanno lo aveva detto anche al convegno dei Giovani di Confindustria lo scorso fine settimana a Santa Margherita Ligure. Meglio aumentare le tasse sulle rendite finanziarie che incrementare l’Iva. Si vedrà. Il punto sul quale, invece, tutti sono d’accordo riguarda i tempi. «Sono strettissimi - dice Alemanno - bisogna cercare di fare la riforma prima del 20 giugno, ovvero prima della presentazione delle dichiarazioni dei redditi».
Baldassarri spiega che un parallelismo tra riduzione dell’Irap e aumento della tassazione sulle rendite finanziarie «non regge. Il calo della pressione fiscale - ricorda - deve essere finanziata con la riduzione della spesa corrente». Il vice presidente di An della commissione Finanze della Camera, Maurizio Leo, si augura che le risorse per ridurre l’Irap arrivino da tagli alla spesa e combattendo l’evasione fiscale. «Spero, invece, che l’ipotesi di un aumento delle aliquote Iva venga messo nel cassetto». Inoltre, Leo giudica una «soluzione saggia» che il taglio dell’Irap avvenga in più tranches.
Il presidente di Confcommercio, Sergio Billè, avvisa che se la riduzione dell’Irap si dovesse risolvere «esclusivamente con il taglio del costo del lavoro, verrebbero favorite soltanto le imprese sopra i mille dipendenti e non la stragrande maggioranza di quelle che ne hanno pochi». Insomma, aggiunge, «si tratterebbe di un regalo da 4,5 miliardi di euro per 700 imprese, banche e assicurazioni soprattutto, che certamente in questi anni hanno avuto buone performance».
Dall’opposizione, il presidente della Margherita, Francesco Rutelli, usa toni molto critici. «Purtroppo - dice - i nodi vengono al pettine. Dobbiamo unirci su un programma per la crescita e non dare retta a chi propone di tagliare l’Irap. Le cose vanno male e persino i nostri figli si dovranno occupare di un bilancio che è stato sfasciato da questo governo». Beniamino Lapadula della Cgil, ritiene «inammissibile qualsiasi decisione sull’Irap prima dell’Ecofin del 12 luglio e dell’approvazione del Dpef, che dovrà indicare il piano di rientro del governo da deficit.

Bisogna fare i conti - conclude - con lo stato drammatico della finanza pubblica».

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