Roma

Si alza il sipario sul teatro romano

In mostra anfore, statue, maschere e strumenti musicali

Di origine più recente degli spettacoli circensi, i ludi scaenici vengono registrati per la prima volta a Roma nel 364 a.C., quando vennero chiamati danzatori etruschi (histriones) che ballavano al suono dei flauti. Fu solo con Pompeo (55 a.C.), però, che Roma ebbe il suo primo teatro in muratura. In età repubblicana, infatti, erano vietati impianti stabili e occorreva perciò far ricorso ad allestimenti in legno. Pompeo aggirò il divieto dedicando un tempio a Venere Vincitrice, la cui altissima scalinata aveva una forma semicircolare che fungeva da cavea. Ma i Romani avevano realmente la passione per il teatro? Come mai, quando Terenzio rappresentò la sua Hecyra (La Suocera), il teatro si svuotò improvvisamente alla notizia che lì vicino si teneva uno spettacolo di gladiatori? Una risposta a questa domanda possiamo trovarla nella mostra archeologica «In scaena. Il teatro di Roma antica», allestita al Colosseo fino al 17 febbraio. Circa settanta opere (statue, mascheroni, affreschi, vasi) e alcuni plastici permettono di avere un quadro della storia quasi millenaria del teatro romano, sia da un punto di vista architettonico che storico e sociale. L’itinerario espositivo si sviluppa dalle origini del teatro nel mondo italico, alla costruzione dei grandi teatri di pietra, fino agli attori, con i loro costumi e il loro status sociale. Sappiamo, infatti, che se da un lato erano applauditi, dall’altro erano considerati degli «infami», cioè persone non degne di avere la parola in campo politico. Dall’incontro tra la commedia greca, le forme espressive etrusche e la spontaneità dei popoli italici meridionali nasce la commedia romana, vera protagonista della scena teatrale. Quanto alla tragedia, a Roma era destinata ad essere letta in un ambiente letterario, più che a essere rappresentata. Esistevano poi tutta una serie di spettacoli che andavano dai mimi alle pantomime, dalle danze agli spettacoli di giocolieri. Una funambola, per esempio, è raffigurata in equilibrio su un cubo in un vasetto dal museo di Taranto. Le tecniche mimiche degli attori sono riprodotte in un celebre mosaico dei Musei Vaticani, dove sono riconoscibili anche una serie di strumenti musicali antichi quali la tibia, un lungo flauto, e lo scabillum, una sorta di sonaglio da attaccare alla suola delle scarpe. Viene esposta la ricostruzione in bronzo e legno di un organo utilizzato dai vigili di Aquincum (attuale Budapest), che avevano una loro banda musicale che suonava in occasione di spettacoli.

Ogni città dell’impero romano aveva il suo teatro.

Commenti