Anton Francesco Albertoni*
Si apre la cinquantesima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova. Un compleanno importante che il nostro settore affronta con slancio ed entusiasmo, ma nella piena consapevolezza che lo scenario globale è ancora complesso. Molto è già stato detto e scritto sullo status della nautica italiana dopo la grande crisi dell’economia internazionale cominciata due anni or sono. Abbiamo vissuto momenti drammatici, assistito con preoccupazione e dispiacere alle gravi difficoltà che hanno aggredito alcuni dei nostri player più blasonati. Ma siamo anche stati testimoni di un grande senso di responsabilità e del coraggio imprenditoriale di molti di noi che, pur in assenza di un piano di supporto concreto da parte delle Istituzioni, a lungo invocato ma mai concretizzatosi, hanno saputo rimboccarsi le maniche e affrontare con determinazione e forza di volontà sacrifici importanti ma necessari. Con il cinquantesimo Salone Nautico di Genova si apre anche la stagione dell’ottimismo prudente: una visione del domani certamente molto consapevole e disincantata, eppure fiduciosa che il peggio sia alle spalle e che si possa ricominciare a dare un concreto, positivo senso prospettico al futuro. Gli imprenditori del settore, a dispetto di una disastrosa quanto inopportuna campagna anti-diportismo, che ha vissuto i suoi momenti più eclatanti in un’estate di controlli e sequestri ad elevato tasso di spettacolarizzazione, hanno investito il tutto per tutto in questa edizione speciale del Nautico, confermando il ruolo centrale di Genova nel panorama degli appuntamenti internazionali, perché è proprio qui che si giocano le partite più importanti per il business. In Ucina non abbiamo smesso per un solo istante di combattere tutte le battaglie necessarie per sostenere il comparto e non abbiamo mai perso la speranza che, con il giusto supporto da parte del governo, la nautica italiana possa tornare ad essere un motore propulsivo per la ripresa del Paese. La nautica non è un gioco da ricchi, come troppo spesso facili populismi inducono a pensare. La nostra è un’industria sana, che poco ha chiesto e molto ha dato; un’industria che merita considerazione e rispetto per quanto ha rappresentato e continua a rappresentare per l’intero Paese. Devo sottolineare come la filiera della nautica italiana sia diventata un esempio virtuoso di industria che si è fatta sistema, una testimonianza dell’eccellenza che tutto il mondo ci invidia. Il nostro saper fare, frutto di uno straordinario mix di artigianalità e tecnologia, design e ricerca, è un fiore all’occhiello del made in Italy, qualcosa di cui sentirsi orgogliosi quanto lo siamo per i settori della moda, dell’industria enogastronomica e le innumerevoli bellezze paesaggistiche del nostro Paese. Ucina-Confindustria Nautica è qui oggi, a Genova, per riaffermare il proprio ruolo di riferimento per l’intero settore, in rappresentanza dei grandi e dei piccoli, senza distinzioni. Abbiamo un nutrito programma di appuntamenti, seminari e convegni per tener vivo il dibattito e stimolare il confronto tra mondo imprenditoriale e Istituzioni. In particolare voglio ricordare la presentazione della «Guida Fiscale del diportista», un vademecum per l’utente, uno strumento condiviso con l’Agenzia delle Entrate che lo ha sottoscritto insieme con noi, e condiviso dal Comando Generale delle Capitanerie e da Assilea.
In attesa che si faccia chiarezza sulle normative che riguardano il settore generale della nautica, e in particolare sul noleggio e la locazione delle barche, vogliamo offrire con questa guida un supporto concreto a uso dei diportisti e anche ai professionisti che li consigliano. Al 50° Salone Nautico di Genova la sfida continua e noi, che siamo gente di mare, la guardiamo negli occhi puntando dritti alla meta.*presidente Ucina
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