Si chiama Brahms l’«elisir» di Prêtre

Ottantasei anni il prossimo agosto, ma non li dimostra. Il grande Georges Prêtre ha attraversato il '900 lasciando un’impronta indelebile nella storia direttoriale, non solo come paladino della musica francese, imponendosi come insuperato interprete di Debussy e Ravel, ma affrontando ogni altro autore del grande repertorio europeo con stile ed eleganza. Insomma, un vero e proprio mito vivente, che con l’orchestra di Santa Cecilia eseguirà a partire da oggi pomeriggio le Sinfonie n. 3 e 4 di Johannes Brahms. La Terza Sinfonia fu all’epoca la più ammirata e celebrata delle quattro brahmsiane. In parte, la sua notorietà fu senza dubbio dovuta alla vertiginosa invenzione melodica del terzo movimento, Poco Allegretto, un brano talmente noto da essere stato perfino oggetto di rielaborazioni pop e jazz. Ma è l’intera sinfonia a vantare una straordinaria attitudine «cameristica». Composta pochi anni più tardi, la Quarta è forse il più importante lavoro sinfonico della seconda metà dell’Ottocento e costituisce il punto culminante di un percorso che come si è accennato aveva portato Brahms a esplorare a fondo la grande tradizione viennese e più in generale mitteleuropea dandole nuova linfa vitale. La Quarta riesce così in modo quasi miracoloso a fondere il grande «gesto» monumentale beethoveniano alla leggerezza di Haydn, il rigore contrappuntistico bachiano (nel movimento conclusivo) all'aggraziato respiro melodico mozartiano.

Il risultato è un brano che si volge verso la grande musica del passato, ma da lì prende le mosse per lanciare un ponte verso il futuro. Prêtre dirigerà la Sinfonia n. 4 di Brahms anche nel Family Concert di domani (Sala Santa Cecilia, ore 11).Info 06.8082058.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica