di Antonio Ruzzo
Partiamo da un dato: otto veicoli su dieci di quelli che ogni giorno entrano in centro non pagano Ecopass. Non lo pagano perchè ormai la maggior parte dei milanesi ha auto nuove di zecca e quindi in regola con le normative ambientali, almeno fino al prossimo codicillo che alzerà lasticella dei limiti e che magari tasserà tutti di nuovo. Ma tantè. Oggi il ticket dingresso riguarda quindi un piccola fetta di automobilisti, gli altri circolano liberamente e le polveri sottili pure anche se, va detto, solo il 22 per cento viene prodotto dal traffico veicolare. Tutta la discussione su Ecopass, congestion charge e pareri dei saggi sembra quindi un po esagarata. Intendiamoci, è sacrosanto capire cosa Letizia Moratti o Giuliano Pisapia intedenderanno fare, se verranno eletti, in tema di lotta allinquinamento. Anzi, devessere una priorità vista laria che tira da queste parti. Ma limpressione è che tutto il dibattito ruoti un po troppo attorno ad un tema che di fatto è diventato più di elettoral-politico che non sostanziale e che nessuno abbia voglia e coraggio du fare scelte coraggiose e quindi poco popolare alla vigilia delle elezioni. «LEcopass serve soprattutto a disincentivare il traffico privato...» dice chi lo sostiene. Perfetto. Ma così comè lo disincentiva pochissimo e basta farsi un giro in centro per rendersene conto. Si discute di tariffe, di fap, di euro 4-5, motori di nuova generazione, a metano, a gpl ed altre particolarità tecniche. Si discute intorno ad un qualcosa che però sa molto poco di reale. E la realtà è che se domattina un milanese decide di lasciare lauto in garage e prendere un tram che dalla periferia arriva in centro rischia di aspettare alla fermata anche un quarto dora. La realtà e che se un milanese domattina sceglie di avventurarsi in centro in bicicletta è costretto a fare lo slalom tra le auto posteggiate sulle piste ciclabili (dove ci sono) oppure a rischiare la pelle tra una rotaia del tram e un lastrone di pavè rimasto sollevato in Corso Magenta. Ma il problema riguarda anche (soprattutto) i pendolari che in città spesso ci vengono in auto non per scelta ma per assoluta necessità.
Si discute (troppo) del ticket ma il problema è la mobilità
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