Si è finta 14enne in chat per agganciare il marito pedofilo e incastrarlo.
È accaduto a Cheryl Roberts, una donna di 61 anni di Bridgend, in Galles, che temeva che il marito David di 68 anni stesse cercando di approcciare minorenni su internet. E i suoi sospetti erano fondati: il marito della Roberts trascorreva troppe ore davanti al pc e in unoccasione in chat aveva risposto alle avances della presunta 14enne (in realtà la moglie) inviando messaggi a sfondo sessuale e filmandosi in atteggiamenti espliciti. Dopo la richiesta di incontrarsi per avere un rapporto sessuale, la moglie lha denunciato. Il marito, che si è dichiarato colpevole di fronte al tribunale di Cardiff, dovrà sottoporsi a un programma di «riabilitazione». Sembra che la donna, sposata con David da 18 anni, avesse scoperto un messaggio a sfondo sessuale apparso sul computer che il marito aveva mandato a una ragazzina. Da allora i sospetti sono cresciuti tanto da convincerla a «incastrarlo» fingendosi una minorenne. La polizia ha trovato sul computer delluomo diverse immagini illegali di minorenni. Roberts si è detto disponibile a sottoporsi a trattamenti psichiatrici per risolvere il suo problema.
Ma il «mostro» non sempre indossa abiti maschili. Il numero di bambini che denunciano abusi nei loro confronti compiuti da donne è infatti più che raddoppiato negli ultimi cinque anni in Gran Bretagna: lo rende noto lassociazione di sostegno allinfanzia Childline, che gestisce anche una linea amica per i bambini in difficoltà.
Secondo Childline, in questo arco di tempo il numero di denunce contro le donne è cresciuto del 132%, contro il 27% degli uomini. Solo nellultimo anno, 2.142 bambini hanno chiamato lassociazione per parlare di abusi pedofili fatti da donne, mentre 6.000 sono quelli che hanno accusato un uomo. Per Childline, gli abusi sessuali contro i bambini compiuti dalle donne sono ora il 25% del totale.
Le cronache britanniche si sono di recente occupate del caso di Vanessa George, laddetta di un asilo che gestiva un giro di pedofili: è in attesa di sentenza per laccusa di aver molestato sette bambini ed aver scattato e distribuito foto pedopornografiche.
Per Esther Rantzen, presidente di Childline, le cifre scardinano «un mito comune sugli abusi sessuali. Non succede solo alle ragazze, succede anche ai bambini».
E si scopre che quando le ragazze subiscono un abuso, il colpevole più comune non è il patrigno, come credono in molti, ma il padre biologico».
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