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«Si pensa solo a Roma»

Antonella Aldrighetti

Con l’approvazione, ieri notte alla Pisana, del documento di programmazione economica e finanziaria regionale del prossimo triennio «si volta pagina rispetto al passato» ha ripetuto fino a tarda serata il capogruppo diessino Giuseppe Parroncini. E mai prima d’ora un concetto poteva calzare così a pennello: si volta pagina sì, ma in peggio. Già, perché si va ad aprire quel capitolo economico doloroso per i cittadini: nuove tasse.
È scritto, nero su bianco, nei paragrafi della programmazione: siccome «la politica fiscale - si legge - è un potente strumento di ridistribuzione del reddito» si conteggia quanto potrà produrre il territorio, ossia «un potenziale gettito di un miliardo di euro». E senza sovvertire l’ordine degli addendi è inequivocabile che «Sia senz’altro la nota di novità a disposizione del decisore del bilancio: più tasse e quindi meno crescita sviluppo, perché - ha sostenuto il capogruppo di Forza Italia, Raffaele D’Ambrosio - questo Dpefr così romanocentrico è intollerante quando si contrappone allo slancio di produttività del Lazio emerso dai dati Istat sullo sviluppo regionale del 2004». Ma per l’azzurro, assieme alle gabelle «resta disarmante, la volontà della maggioranza di sinistra, di fare un’attenta ricognizione del patrimonio per avviarlo alla vendita, facendo sconti salati ai servizi sociali in favore di salari sociali». Eppure a sentire l’assessore al bilancio, Luigi Nieri, questo «documento strategico intende riequilibrare la gestione della spesa senza rinunciare allo sviluppo e alla tutela dei diritti» e sarebbe il frutto di un «reale processo di partecipazione». Se così fosse fino in fondo, la facoltà di Nieri nel propinare alle folle la partecipazione a «nuove tasse per tutti» sarebbe di gran lunga encomiabile se paragonata a quella dello sceriffo di Nothingan di buona memoria. Però quali che siano le qualità di Nieri lui stesso sembra voglia riprendersi in corner ritenendo che il «processo di partecipazione sia solo alla sperimentazione». Insomma una partecipazione in rodaggio o già arrugginita sul nascere? «È la demagogia l’asse portante del documento presentato da Piero Marrazzo e approvato dalla sua maggioranza. Ma, come tutti sanno, con la demagogia non si governano le istituzioni - chiosa il capogruppo della Lista Storace Fabio Desideri -. Questo Dpefr è lontano dalla realtà, volto a negare l’evidenza, perché dipinge il Lazio come una regione in crisi. Non è così: a certificarlo sono autorevoli istituti di ricerca economica». Mentre per il capogruppo di AN, Fabio Rampelli, qualcosa di buono nel documento finale c’è e va anche al di là della demagogia. Dopo tante chiacchiere si passa ai fatti. «Grazie ad un nostro emendamento sono stati vincolati i fondi necessari a rimborsare le cure dei dializzati, che hanno subito trapianti e che hanno contratto l’epatite C attraverso trasfusioni. Al quale si aggiunge anche l’impegno sul controllo epidemiologico delle aree che ospitano siti nucleari dismessi».
Ma a riprendere il filo del cahier de doléances sulla programmazione del prossimo triennio ci pensa anche un esponente dell’Udc. A sentire il consigliere Aldo Forte «È un documento che rappresenta un passo indietro rispetto a quanto fatto dal centrodestra nella passata legislatura, privo di presupposti per garantire uno sviluppo equilibrato specie nelle province.

Non mi sembra che - ha precisato - l’assessore Nieri si sia sforzato più di tanto se addirittura è arrivato ad indicare nella parte dedicata all’edilizia pubblica i punti sui quali avevamo lavorato nella Giunta Storace».
Il prossimo banco di prova sul quale la giunta Marrazzo misurerà la perspicacia finanziaria sarà a gennaio, per l’approvazione dell’esercizio finanziario 2006.

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