Oggi tutti a piedi. Non è la prima domenica e non sarà lultima che la Regione ci obbliga a lasciare lauto in garage o per strada. Da tempo - e col supporto di non pochi «tecnici» ed esperti - sosteniamo linutilità di questi blocchi del traffico, per di più in giornate in cui la situazione del traffico cittadino non è mai caotica. Con maggior forza lo affermiamo in giornate, rare, rarissime dallinizio dellanno - in cui la situazione dello smog e in particolare delle micidiali polveri sottili è più che tranquilla, cioè al di sotto dellormai famigerata soglia di attenzione.
Non è landare a piedi che ci crea problemi. Ma la sensazione che queste «domeniche ecologiche» siano dettate più da motivi politici che non da ragioni pratiche. Insomma, una domenica a piedi tiene buoni verdi, ecologisti, ciclisti, maratoneti e ariapuristi in genere.
Non ci sarebbe niente di male, la politica celebra - e non può fare diversamente - i suoi riti e i suoi sacrifici. Ma mettiamo il caso che dopodomani cambi la situazione meteorologica e che la pianura padana torni ad essere quello che è quasi sempre, una camera a gas, e mettiamo sempre il caso che domenica prossima il Pm10 superi di due-tre volte la soglia di attenzione. Si bloccherà per caso il traffico? Andremo per caso tutti a piedi? No, assolutamente no. Avremo la nostra bella licenza di inquinare. Come se niente fosse.
Allora, ci domandiamo e chiediamo alla Regione e a Formigoni, non sarebbe più logico, più produttivo, più efficace conservare il «pacchetto» di domeniche a piedi per usarlo quando davvero serve (per quel poco che può fare una domenica a piedi contro lo smog?).
Certo, almeno 24 ore di anticipo ci vogliono per preparare la gente, per cambiare i programmi. Ma, secondo noi, non sarebbe un grande problema. I milanesi i sacrifici li accettano se pensano che servano davvero a qualcosa. Li sopportano, invece, di malavoglia se pensano che siano inutili.
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