«Si preoccupano di me, non della città»

Marcello Viaggio

Ad Alessandra Mussolini, leader nazionale di Azione sociale, l’indicazione ad assessore capitolino all’Infanzia, alle donne ed alla famiglia, è venuta da tutti i partiti della coalizione facente capo ad Alemanno. «Ho sempre apprezzato la grinta e l’onestà intellettuale di Alessandra», ha dichiarato Antoniozzi (Fi). «Non poteva esserci scelta migliore», ha aggiunto l’azzurro Borghini. Una bella soddisfazione per chi, come lei, due anni fa aveva sbattuto la porta di An, ed oggi viene ritenuta indispensabile per saldare lo schieramento a Roma della Cdl. La Mussolini è stata eletta al Parlamento europeo con 133mila voti, conta su un elettorato a Roma del 2-3 per cento. L’investitura di Alemanno, però, ha scatenato a sinistra polemiche roventi. I Ds hanno tuonato: «La destra romana si è fascistizzata». Sprezzante l’assessore all’Infanzia, Pantano: «Quelli dei bambini sono problemi troppo seri, per darli a lei». Lo stesso Veltroni ha sibilato: «La Cdl capirà cosa vuol dire schiacciarsi su posizioni di estrema destra, con quello “scivolone” dell’assessorato ai bambini».
Alessandra Mussolini, detto da chi ha spedito Luxuria alla Camera, suona un po’ paradossale...
«Si preoccupano più di me, che del futuro della città, delle molte cose che non funzionano. Ma la gente non ama le polemiche, vuole i fatti. E Veltroni non ha mai fatto nulla per Roma. A parte la propaganda».
Le pari opportunità, i diritti del mondo femminile e dell’infanzia sono da sempre il suo cavallo di battaglia. Che cosa farebbe se diventasse assessore?
«Ai bambini darei intanto dei luoghi dove giocare, cosa che oggi non hanno. Poi creerei punti di incontro anche sportivi. Infine mi impegnerei per reprimere gli abusi e le violenze sui bambini nei campi nomadi».
In che modo?
«Lo sfruttamento dei minori fa parte purtroppo della cultura di quelle popolazioni. Bisogna incidere sulle cause. È evidente che se non vi sono controlli, si favoriscono gli abusi. Questo è quello che accade a Roma, dove i rom vivono con una sorta di franchigia che l’autorità cittadina gli ha sempre garantito».
Altro tema caldo: gli asili nido comunali. Ogni anno restano tagliate fuori 6-7mila famiglie...
«Prima di tutto i romani pagano tasse e imposte salate, e quindi devono avere pieno accesso agli asili nido. Molti bimbi italiani invece oggi sono costretti a lasciare il posto ai figli di immigrati. Così non va. Lo stesso per gli alloggi: in tutte le città dove governa la sinistra, gli extracomunitari hanno più possibilità di avere casa degli stessi italiani. Bisogna invertire la tendenza».
La Pantano ha proposto i parcheggi rosa: gli automobilisti troveranno un cartello che li invita a lasciare il posto alle donne; senza obbligo, solo per cortesia.
«Anziché alla pantomima delle strisce rosa, bisogna pensare a cose concrete. La Pantano ignora forse che perfino davanti all’Ospedale Bambin Gesù i parcheggi sono a pagamento, che fioccano le multe sulle mamme che vanno ad assistere i figli. Io dico: diamo il posto gratuito a tutte le mamme che hanno un bambino all’ospedale. È una cosa concreta, finiamola con la propaganda».
Nella lista di Azione sociale al Comune ci sono molte donne...
«Circa il 40 per cento. Fra queste voglio citare una persona coraggiosa: Serena Grandi, sempre pronta a battersi con noi».
Veltroni ha 12 partiti diversi che lo sostengono. Dai cattolici di Mastella ai radicali della Bonino e a D’Erme.
«Con l’esperienza maturata in tanti anni di politica, dico che anche per lui è difficile conciliare posizioni così diametralmente opposte. La Cdl sui valori è compatta, non ha avuto difficoltà a trovare una unità programmatica. Loro, tutt’altro».


In extremis il sindaco ha accolto fra le sue fila gente come Olimpia Tarzia, leader del Movimento Italiano per la vita. O come Michelini.
«Una scelta la loro assolutamente innaturale. Di cui si pentiranno. Voglio proprio vederla la Tarzia, che conosco bene, a braccetto di chi sostiene i Pacs».

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