Si presenta Pisapia ma si prepara Letta

Ieri sera al Teatro Litta l’ex parlamentare di Rifondazione ha dato il via alla sua sfida per Palazzo Marino. Ma il Pd ha pronta una carta a sorpresa da giocare per cercare di strappare il Comune di Milano al Pdl

Si presenta Pisapia ma si prepara Letta

Tre ore di faccia a faccia con fan e sostenitori: così ieri sera Giuliano Pisapia, avvocato, ha iniziato ufficialmente la sua corsa per diventare il candidato sindaco del centrosinistra alle elezioni della primavera prossima. Ma mentre al Teatro Litta di corso Magenta parte la campagna dell’ex deputato di Rifondazione sotto lo slogan "Milano può cambiare", nel resto del centrosinistra ferve la ricerca di contromisure verso una candidatura che il Pd considera troppo sbilanciata.
Pisapia, per i vertici del Pd milanese, non ha sufficienti chance di vittoria nello scontro con Letizia Moratti: troppo di sinistra, come infatti rimarca ieri anche il sindaco ("Non penso ci sia ancora un candidato sindaco. Pisapia rappresenta la sinistra, forse un po’ estrema, ma di sicuro rappresenta la sinistra"), dice la Moratti). Senza contare che se invece Pisapia dovesse farcela, per il Pd si aprirebbe un problema ancora maggiore. É già stato complesso accettare il successo in Puglia di Nichi Vendola. E vedere sbarcare a Palazzo Marino un Vendola in salsa meneghina sarebbe per il Pd quasi una delegittimazione.
Così, in silenzio, nel Pd si lavora ad una alternativa in grado di stoppare la corsa di Pisapia. Più il tempo passa, e più il gruppo dirigente milanese del partito di Bersani si rende conto di non avere al proprio interno un candidato con appeal sufficiente. La famosa "società civile" di area liberal sembra avere già fatto la sua scelta, puntando su Pisapia. E così sta prendendo piede la tentazione di puntare su un "papa straniero", ovvero su un candidato venuto da fuori. L’idea è di portare a Milano un protagonista della politica nazionale, in grado di andare serenamente allo scontro con la Moratti, e di portare a casa una vittoria che il Pd vivrebbe come l’inizio della riscossa.
In questo progetto, il nome che ricorre con più insistenza è quello di Enrico Letta: che viene considerato in grado sia di sconfiggere Pisapia alle primarie, sia di giocarsela con Donna Letizia. Quarantadue anni, ex democristiano, già ministro e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Letta è oggi vicesegretario nazionale del Pd e mettersi in gara per la poltrona di sindaco di Milano potrebbe sembrare un passo indietro rispetto alla ribalta della politica nazionale. Ma è anche chiaro che una eventuale successo a Milano - dopo anni di sconfitte del centrosinistra - potrebbe dare a Letta un prestigio ed una visibilità tutti da spendere.
Resta senza risposta - almeno per ora - una domanda inevitabile: come potrebbe spiegare il Pd ai milanesi la candidatura di un non milanese? Letta è nato a Pisa, ha studiato a Pisa, ha fatto politica sempre e soltanto a Roma.

Certo, esiste un precedente: quello di Bologna, dove per riconquistare il municipio il centrosinistra si affidò a un candidato - l’ex leader della Cgil Sergio Cofferati - che con Bologna non aveva mai avuto nulla a che spartire. Cofferati vinse le elezioni. Ma da sindaco non seppe mai farsi amare, e quando scelse di lasciare la città non lasciò rimpianti.

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