«Si può solo tornare al voto con l’attuale legge elettorale»

da Milano

La fine del governo Prodi è fissata a domani, quando nel corso della votazione sulla mozione di sfiducia al ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio sarà chiaro che non esiste più la maggioranza. Dopo ci sono solo le elezioni, con l’attuale sistema elettorale. È un’analisi e insieme un’ammonizione quella del costituzionalista Paolo Armaroli: «Non esistono ipotesi di governi istituzionali».
Perché?
«Perché un governo istituzionale dovrebbe avere l’unico scopo di riscrivere la legge elettorale. Ma è impossibile, dopo che la Corte Costituzionale ha ammesso il referendum e dopo che la maggioranza non ha trovato l’accordo su un’ipotesi di riforma da proporre all’opposizione».
L’unica via sono le elezioni?
«Sì. E non per evitare il referendum. Anche con l’attuale legge se il Pd, o Forza Italia, prendono il maggior numero di voti, vincono il premio di maggioranza».
Prodi dovrebbe salire subito al Quirinale?
«No: è bene che le crisi siano parlamentari».
Quindi per esempio il voto su Pecoraro Scanio?
«Sì. Allora il governo dovrebbe prendere atto di non avere la maggioranza, e lo stesso dovrà fare il capo dello Stato».
Se il ministro viene sfiduciato cade per forza il governo?
«I ministri rispettano le linee programmatiche del governo. O Prodi si dissocia completamente da lui, oppure cade».
Prodi potrebbe subito chiedere la fiducia alle Camere.


«In quel caso si aprirebbe un dibattito, al termine del quale Prodi trarrà le conseguenze, chiedendo il voto o rimettendo il mandato».
E se rimette il mandato?
«Il governo dimissionario resta in carica fino al giuramento del nuovo esecutivo, anche se con poteri ridotti, occupandosi solo degli affari di ordinaria amministrazione».

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