Si riducono lo stipendio ora che se ne vanno

Si riducono lo stipendio ora che se ne vanno

«Durante la seduta di bilancio del consiglio provinciale, su una proposta di destinare maggiori finanziamenti alla manutenzione delle strade per un importo di 100mila euro, finalmente la giunta Repetto ha accettato di ridurre lo stanziamento per i propri emolumenti. Dopo cinque anni di battaglie fatte dai partiti di centro destra, soltanto adesso il centrosinistra concede di ridursi lo stipendio».
Il consigliere Pdl Mario Maggi ieri è rimasto di stucco quando i compagni del Pd, Sel, Idv, Verdi e Rifondazione, con qualche precisazione dell'Udc, ha votato l'ennesimo emendamento «sottoscritto dai consiglieri del gruppo Pdl, Misto e Lista Biasotti».
In un clima surreale, come da chiusura per fallimento - pardon - commissariamento, chi si è infuriato più di tutti è stato Claudio Muzio (Pdl) che è uscito dall'aula per non votare il documento. «Non ci sto a questi giochini e mi sento preso in giro - ha spiegato Muzio - il presidente Repetto aveva indicato uno snellimento del numero degli assessori, che doveva avvenire mesi fa e che non è mai avvenuto. Adesso, a soli tre mesi dalla fine della giunta e dal futuro commissariamento dell'ente, il Pd e la sinistra radicale, accettano che per il 2012, quando manco ci saranno più, di ridurre lo stipendio e il numero degli inesistenti assessori. Il nostro emendamento, dopo tante battaglie, aveva più che altro una valenza politica».
«È singolare - ha aggiunto Maggi - che le spese di giunta allegate al bilancio di previsione 2012, erano previste in 620mila euro, quando a settembre si sapeva già che il numero degli assessori finalmente sarebbe stato da undici a quattro. Secondo i miei calcoli occorreva indicare una cifra di 370mila euro».
«Non è vero - ha replicato l'assessore al bilancio Monica Puttini - quel calcolo è stato fatto tenendo conto di altri oneri e spese. Comunque nel pieno rispetto di quanto già deciso dalla legge del settembre scorso. Abbiamo approvato la voce di previsione di spesa corrente anche sulla base della decisione di commissariare la provincia di Genova e tenendo conto dei tre mesi circa di sussistenza della giunta. Tutto regolare. Nulla di demagogico».


Il capogrupo Sel Salvatore Fraccavento si è praticamente «allineato» alla prima linea dei colleghi padani della Lega Nord, che non ha mai voluto la soppressione degli enti locali intermedi e ha votato contro il governo Monti: «Il ruolo delle province andrebbe difeso perché sono espressione della volontà popolare. Gli enti selettivi sono un presidio della democrazia. I conti presentati dall'assessore Puttini sono nella norma e non certo una presa in giro».

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