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Si sarebbe sposato tra meno di 2 mesi

Doveva ritornare già il 27 maggio. L’urlo del papà: «Non avrei mai dovuto darlo alla Patria»

da Nassiriya

Avrebbe finito il suo periodo di missione a Nassiriya tra dieci giorni il maresciallo Marco Cirillo, 29 anni, ormai era al capolinea della missione. Aveva un appuntamento a metà luglio con la sua Federica, la fidanzata: a luglio erano state fissate le nozze. Doveva già tornare a casa il 27 maggio ma alcuni problemi organizzativi lo avevano costretto a spostare la data. Invece tutto è finito in un attimo. Nato a Bagnaia, provincia di Viterbo, il 12 novembre 1976, Cirillo viveva da otto anni a Pisa con la fidanzata Federica Nelli, 27 anni. Il sottufficiale era effettivo al distaccamento permanente del 1° Reggimento Aves Antares con sede proprio a Pisa dove ricopriva l'incarico di tecnico meccanico Aves. La sua famiglia si era trasferita molti anni fa a Viterbo, dove il militare ha seguito tutti i corsi di specializzazione presso la caserma dell'Aviazione dell'Esercito. Era stato in Kosovo e in Bosnia, aveva esperienza, ci sapeva fare. Aveva frequentato, insieme a Bindani, lo stesso corso di specializzazione frequentato da Simone Cola, l'altro militare viterbese ucciso da una raffica di kalashnikov il 26 agosto del 2004 mentre sorvolava un ponte sul fiume Eufrate. Chiusi in un riserbo strettissimo, vigilato da numerosi rappresentanti delle forze dell'ordine e da compagni di Marco, i genitori del maresciallo Cirillo, dalla notte scorsa sono praticamente isolati da una cintura di protezione, chiusi nel proprio dolore. La casa dei genitori del mitragliere morto si trova al pianterreno di una palazzina a tre piani di nuova edilizia, su una collina alle spalle di Viterbo. Il piccolo giardino condominiale è affollato di militari e di uomini delle forze dell'ordine: molti gli avieri, in tuta, ex compagni di Marco. Qui vive la famiglia di Marco, il padre, ex sottufficiale, la madre, e una sorella di poco più grande di lui. Il papà è disperato: «Non avrei mai voluto dare mio figlio alla patria» ha gridato Luigi Cirillo, a sua volta militare e sposato con la figlia di un militare. Almeno secondo quanto riferisce il sindaco di Viterbo, Giancarlo Gabbianelli, che ha fatto visita alla famiglia.

Aggiunge che il padre avrebbe detto «Marco faceva il mestiere che aveva sempre voluto fare, quando ha deciso di entrare nell'Esercito io l'ho sostenuto e incoraggiato, la sua morte, però, era l'ultima cosa che mi sarei aspettato».

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