Roma - Chitarrista e astrologo di
successo, Peter Van Wood, morto oggi a 83 anni al Policlinico Gemelli di Roma, ha sempre
mantenuto vive queste due grandi passioni, senza sacrificare l’una all’altra.
Più che un astrologo si considerava "uno studioso della stupenda scienza delle stelle". Amava i
suoi libri di astrologia alla quale si dedicò in pieno dagli anni Sessanta formulando oroscopi per
giornali e riviste. Le sue ultime previsioni per il 2010 indicavano, a livello mondiale, il continuare di
disastri naturali, e in Italia l’arrivo di un anno, sotto certi punti di vista, sensazionale.
Aveva quattordici anni quando cominciò a suonare la chitarra. Studiava al conservatorio e
ascoltava i grandi chitarristi jazz quando fece i primi passi in piccole formazioni in Olanda e
all’estero e nel 1946 si esibì al Palladium di Londra. È stato uno dei primi ad usare la chitarra
elettrica e gli effetti speciali con l’eco e il riverbero. Con Renato Carosone e Gegè Di Giacomo
aveva formato un trio musicale di successo.
Un passato da cantante Nel 1954 si era dato alla carriera di solista con
canzoni che segnarono un’epoca come Butta la chiave, diventata celebre anche per il dialogo tra
Van Wood e la sua chitarra che si immagina dia le risposte di una ragazza che non vuole farlo
entrare in casa: "Gelsomina... Apri il portone... va bene, butta la chiave allora..." è l’incipit della
canzone. E poi Via Montenapoleone, Tre numeri al lotto, Carolina e Capriccio.
Olandese trapiantato a Milano Olandese, nato all’Aia nel 1927, amava molto l’Italia dove si stabilì nel 1949. A Milano aprì negli
anni Sessanta un locale, l’Amsterdam 19, in Galleria Passarella, dove spesso si esibiva come
cantante chitarrista. Nel 1982 ha inciso la sigla del programma televisivo La Domenica Sportiva.
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