Si sveglia Luis Fabiano e il Brasile resta grande Drogba, un gol inutile

Dopo quella in Argentina, adesso ce n’è un’altra in Brasile: «La mia rete col braccio? È stata la mano di Dio», ha detto Luis Fabiano, e rideva. Come quando l’arbitro gli ha chiesto di dirgli la verità.
La Costa d’Avorio ha finito nella metà campo del Brasile. Dunga era sul 3-0 quando Drogba si è materializzato alle spalle della difesa e ha segnato di testa il 3-1, a quel punto il ct della Seleçao ha urlato qualcosa, ma forse ha benedetto Juan e Lucio che si sono fatti sorprendere dal centravanti del Chelsea e così qualcuno dirà che questa difesa è sempre molto emozionante e ci sarà un po’ di polemica. E poi il finale sul nervoso con una ridicola espulsione di Kakà, rosso per fallo di reazione inesistente, farà scrivere che i nervi nella nazionale sono a fior di pelle. Così Dunga sarà un po’ meno preoccupato perché il suo Brasile non diverte, ma vince, e quando continui a vincere bisogna fare gli acrobati della penna per attaccarti e a lui serve sempre un po’ di adrenalina alla vigilia e negli intervalli fra una partita e l’altra. Cerca qualcuno che gliela meni, se non lo trova si inventa qualcosa, sabato se l’è presa con quelli che avevano scritto che Gilberto Silva si era infortunato in allenamento, dicono che abbia imparato in Italia. Adesso vediamo cosa si inventa perché questo Brasile vince e non ce n’è uno che si sudi il posto, giocano sulle uova, tengono la posizione, Gilberto Silva qui e Felipe Melo là a spingere il carrello, mai una accelerazione, quando ci hanno provato è venuto subito fuori il vantaggio. Fortunato perché sul rimpallo Kakà si è ritrovato il pallone ancora lì dopo averlo perso, ma erano in sei sotto porta, un’onda gialla che Luis Fabiano ha interrotto con un destro devastante sotto la traversa di Barry piazzato sul primo palo e sulla riga di porta. Probabilmente ha ringraziato il suo angelo per non essere stato colpito, eppure il ragazzo è stato designato come miglior portiere del campionato belga, gioca nel Lokeren, anche se del gruppo è quello messo peggio. Gli altri tutti fior di professionisti che calciano nel Chelsea, nel Barcellona, nell’Arsenal, nell’Amburgo, ma se una cosa ha detto Brasile-Costa d’Avorio è che il calcio africano è ancora lontano. Adesso per altri quattro anni si continuerà a rimenarla che prima o poi arriva. No, il Brasile d’Africa ha confermato che l’originale è un’altra cosa anche se ha poca voglia di giocare. Drogba leader di una nazionale che ha calciato al 41’ il primo tiro verso la porta di Julio Cesar. Eriksson non può cambiare la testa a gente che dribbla al limite della sua area, ignora il compagno smarcato, ha un buon palleggio ma da spiaggia, tutto finisce dove inizia. Dopo il secondo gol di Luis Fabiano, viziato da un controllo con il braccio e impreziosito da due sombreri ai centrali ivoriani, si è vista più partita. Venerdì con il Portogallo si capirà meglio lo spessore dei pentacampioni, per esempio se non corrono perché non ce la fanno o perché non serve. Lucio e Juan sono una coppia macchinosa e la rete del 3-1 di Drogba qualcosa ha detto.

Kakà è alla ricerca della condizione migliore anche se ha dato a Elano la palla del 3-0, Robinho quando inizia col doppio passo è sfinente, si divertono solo a Santos, Michel Bastos deludente, mai una percussione, Maicon dall’altra parte ha mostrato la differenza fra un esterno basso di valore e uno normale. Ma Dunga ha lì un mucchio di roba, dove mette le mani non sbaglia. Vediamo quale sarà la prossima polemica che andrà a cercare per tenere alta la pressione, ma adesso sono loro quelli da battere in questo Mondiale.

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