Ore 8, finalmente si vota. Tutto pronto per la due giorni della verità: urne aperte oggi fino alle 22 e domani dalle 7 alle 15. Alla chiusura dei seggi, via libera allo scrutinio. Dalle 16 circa, intanto, andrà in onda la maratona tv tra previsioni e risultati sulle reti Rai, Mediaset, La7 e Sky.
In 1.288 Comuni si eleggono i sindaci e undici Province incoronano i presidenti. In totale a esprimere la loro «sentenza» sui circa 20mila candidati in lizza saranno 12.801.800 italiani - certifica la nota del Viminale - di cui 6.151.807 uomini, 6.649.993 donne e 133.908 neo maggiorenni al debutto elettorale.
LA MAPPA DEI DUELLI
A prendersi le prime pagine dei giornali sono soprattutto le sfide clou nelle quattro grandi città: Milano, Torino, Bologna e Napoli. Ma ci sono altri 26 confronti caldi nei capoluoghi: a Novara, Varese, Pordenone, Trieste, Rovigo, Savona, Ravenna, Rimini, Fermo, Latina, Grosseto, Siena, Arezzo, Salerno, Caserta, Benevento, Barletta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Cagliari, Carbonia, Iglesias, Olbia, Villacidro. Mentre le Province chiamate a emanare verdetti pesanti sulle future giunte sono Vercelli, Mantova, Pavia, Treviso, Trieste, Gorizia, Ravenna, Macerata, Lucca, Campobasso e Reggio Calabria.
Un test dalla forte valenza politica perché la fotografia al fischio d’inizio vede 58 amministrazioni a 34 per il centrosinistra nei Comuni con più di 15mila abitanti (20 a 10 per i «rossi» nei capoluoghi); 7 a 4 per quanto riguarda le provinciali. Insomma, tutto si gioca su quanti «ribaltoni» riuscirà a piazzare il centrodestra. Elemento interessante del dopo-contesa, per la prima volta entrano in vigore le norme introdotte per legge e mediante la Finanziaria 2010, nei 30 grandi centri il taglio delle poltrone sarà pari a 194 posti da consigliere in meno; nelle Province la scure è calata su 64 scranni nei consigli. Di conseguenza assemblee e giunte più snelle, sono gli effetti della cura dimagrante imposta dalla ricetta Calderoli-Tremonti.
COME COMPORTARSI IN CABINA
Iniziamo dalle Provinciali (scheda gialla): l’elettore può votare o per uno dei candidati al consiglio provinciale, tracciando un segno sul relativo simbolo; per uno dei candidati alla carica di presidente della provincia, con un segno sul relativo rettangolo, e per uno dei candidati al consiglio provinciale collegato, tracciando anche un segno sul relativo simbolo; oppure solo per un candidato presidente della Provincia, con la «x» sul relativo rettangolo. Qui non è ammesso il «voto disgiunto», previsto invece nelle Comunali. Attenzione, però, perché è una trappola che può portare all’ingovernabilità e presto, di fatto, all’azzeramento delle giunte per mancata «fiducia» da parte delle assemblee elettive.
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