«Siamo al capolinea e non puoi salire» Tranviere pestato da un senegalese

Lui voleva salire su un tram della linea 23, per raggiungere piazza Leonardo da Vinci, ma il conducente, che aveva appena parcheggiato in piazza Bottini (Lambrate) non gliel’ha permesso. «Mi fermo qui, ho terminato la corsa, siamo al capolinea: devi aspettare un altro mezzo» avrebbe detto il dipendente Atm, scendendo dal tram e chiudendo le porte, a un giovane e impaziente senegalese. Che, indispettito, a quel punto gli avrebbe rifilato un pugno sulla bocca provocandogli un taglietto. Quindi avrebbe dato un calcio anche alla moglie del tramviere, che lo aspettava lì per tornare a casa insieme e che si era lamentata ad alta voce per come il ragazzo aveva appena trattato il consorte. A quel punto il giovane africano avrebbe scavalcato le rotaie del tram di corsa per sparire infilando le scale della metropolitana.
La vicenda è accaduta venerdì, poco dopo le 16, in piazza Bottini. A raccontarla alla polizia sono stati il conducente del tram, un 37enne e la moglie di 42 anni. Sempre loro hanno descritto l’aggressore come un senegalese.
La vicenda ricorda, sotto diversi aspetti, quel che accadde la mattina del 21 novembre scorso alla stazione della metropolitana di Gessate. Dove un dipendente Atm, un bergamasco di 49 anni con problemi cardiaci, aveva avuto un litigio con un senegalese 18enne per un biglietto non valido. Quindi, circa due minuti e mezzo dopo il diverbio, l’uomo, agitatissimo, si era sentito male ed era stato portato in ospedale con un infarto. Per lui si temette il peggio. E Invece, proprio qualche giorno prima di Natale, ripresosi completamente, il dipendente Atm venne dimesso dal Centro cardiologico milanese «Monzino» dov’era stato ricoverato.
La posizione del senegalese, finito in manette, si alleggerì qualche settimana dopo il fatto.

Quando i medici che avevano in cura il controllore certificarono ufficialmente che non esisteva un rapporto di causa-effetto tra il pugno alla spalla sferrato dal senegalese e il malore che aveva colpito, due minuti e mezzo più tardi, l’italiano.

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