«Siamo cattolici, niente condom». Bufera sul farmacista-obiettore

A scuola sì, in farmacia no. È il paradosso tutto romano dei condom, che da qualche settimana sono disponibili in un distributore del liceo Keplero, ma non nella farmacia dell’isola Tiberina. «Qui niente preservativi, siamo cattolici», è la risposta che alcuni cittadini hanno ottenuto quando hanno chiesto di acquistare dei profilattici nel negozio di fronte all’ospedale Fatebenefratelli di Roma. I cittadini rpivati del loro diritto al preservativo si sono rivolti ad alcune associazioni di consumatori perché «i preservativi sono presidi sanitari e venderli è un obbligo» scatenando una bufera niente male.
«Sono atteggiamenti pericolosi - ha denunciato Rienzi, presidente del Codacons - questa farmacia va boicottata. Questa è una follia». «I preservativi sono un presidio sanitario - fa notare l’immuno-infettivologo Fernando Aiuti che è anche presidente della Commissione politiche sanitarie del comune di Roma -. Non sono solo un anticoncezionale ma prevengono malattie sessualmente trasmissibili quindi non ci si può rifiutare di venderli. Sono tenuti a farlo». «Non è uno strumento che provoca la morte - conclude Aiuti - ma che tutela la salute. L’etica deve prevalere sulla religione». Molto più dura l’Aied, Aassociazione italiana per l’educazione demografica: «È un fatto grave e da condannare e dal quale prendiamo le distanze. Questa brutta vicenda si aggiunge alle già gravi dichiarazioni di stop alla pillola abortiva. Chiediamo un intervento per tutelare la libera scelta dei cittadini». «Siamo pronti a mobilitarci perché si rispetti la legge. È assolutamente indecente e intollerabile che una farmacia situata su territorio italiano si rifiuti di vendere preservativi», dice Giovanni Russo, medico al reparto di Malattie Infettive al Policlinico Umberto I e collaboratore dell’Anlaids di Roma: «Ogni anno in Italia ci sono 4mia nuovi casi di infezione da Hiv - spiega Russo - e in Lombardia e nel Lazio, ma soprattutto a Roma, sono numerosi i casi di sieropositività ormai soprattutto tra gli eterosessuali. Ma sono tutti casi che si possono prevenire e l’unico modo è usare i preservativi nei rapporti sessuali». «La notizia della farmacia che non vende condom è incredibile. Le Istituzioni intervengano in modo deciso contro una presa di posizione illegale e scellerata», si allarma il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo. E ancora: «Con queste prese di posizione ideologiche - denuncia il consigliere provinciale di Sinistra, Ecologia e Libertà e coordinatore del Gruppo Federato della Sinistra in Provincia, Gianluca Peciola - rischiamo di fare un salto all’indietro rispetto alle conquiste fatte sui temi dei dritti civili e sociali«.
C’è da dire che quello dell’isola Tiberina non è il primo caso del genere in Italia. Un farmacisti obiettore aveva già praticato il «no-condom» a Diamante, in Calabria. Ma stavolta potrebbe scattare una denuncia contro il rifiuto del farmacista. Che non è poi così grave secondo la categoria: «I preservativi sono sanitari, non sono farmaci.

Si trovano dappertutto, non solo in farmacia, si tratta di un prodotto comunque facilmente reperibile. La denuncia sulla mancata vendita di preservativi in una famracia romana mi sembra strumentale», la difesa del presidente dell’Ordine dei farmacisti di Roma, Emilio Croce.

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