«Siamo entrati sfondando la porta L’avrebbe uccisa»

«Riesco solo a pensare che se non fossimo arrivati... poteva arrivare ad ucciderla». Il titolare dell’hotel dove è avvenuta la violenza racconta il dramma della notte scorsa, ma chiede che il suo nome non sia messo sul giornale, perché «sa, la ragazza lavora da noi, è identificabile, lei è solo una vittima, oltre che una bravissima ragazza. Ora deve solo dimenticare».
L’albergo era pieno, come pensava l’aggressore che nessuno sentisse?
«Infatti è assurdo quello che è successo. Noi abbiamo tredici stanze e curiamo molto la clientela potendo permetterci di fare anche un po’ di selezione su chi arriva. E quell’uomo sembrava un cliente normale, aveva soltanto precisato che sarebbe andato via presto il mattino successivo e quindi aveva pagato in anticipo».
Come l’avete catturato?
«Siamo entrati sfondando la porta ed è stato terribile. Quella povera ragazza era ferita e imprigionata da quell’individuo dentro la doccia. Lei è un tipo mingherlino, molto fine anche nell’abbigliamento curato, serio. Non so proprio cosa sia passato per la testa di quell’uomo... non so nemmeno come definire un essere del genere».


Ora la ragazza come sta?
«Poverina, è sotto choc. Continuava a scusarsi con me, pensi, come se fosse stata colpa sua. E piangeva, piangeva disperata. Ora spero solo che riesca a dimenticare con l’affetto di chi le sta intorno».

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