«Siamo indipendenti anche con Lufthansa»

Paolo Stefanato

da Milano

A quattro anni dalla scomparsa di Swissair, nel primo semestre 2006 il gruppo Swiss ha chiuso i conti in utile e ha aumentato in maniera considerevole i ricavi.
Il ritorno al profitto dopo anni di sofferenza, segnati anche dall’acquisizione da parte di Lufthansa, è stata l’occasione per rivolgere alcune domande al presidente di Swiss, Christoph Franz, tedesco, che ha una solida fama di risanatore.
L’utile indica una tendenza che durerà?
«Swiss è in crescita, e questo è il corso che intendiamo mantenere. Nel primo semestre la congiuntura economica è stata molto favorevole, con più passeggeri e più ricavi. E si sono visti i risultati delle nostre azioni tese a consolidare la posizione di mercato e a razionalizzare la struttura di costi».
Quali sono state le linee del risanamento?
«Siamo tornati all’utile nonostante le quotazioni record del carburante. L’obiettivo finale è di portare i costi a un livello che ci permetta di essere competitivi e di rafforzare la nostra posizione sul mercato internazionale. Le tappe fondamentali di questo processo sono state la standardizzazione della flotta regionale (oggi tutto il corto raggio è operato con aeromobili Avro RJ85/100) e il rinnovo dei contratti con il personale, che oggi deve essere consapevole di un mercato molto più duro e competitivo; inoltre, condizioni più favorevoli con i fornitori».
Quanto ha pesato, sul ritorno all’efficienza, l’acquisizione da parte di Lufthansa?
«I benefici della collaborazione con Lufthansa si sono evidenziati prima di quanto ci aspettassimo e la cooperazione procede in modo costruttivo. L’obiettivo è di generare valore aggiunto per i clienti di entrambe le compagnie. Un dato significativo è che gli indici di occupazione dei posti sono molto alti».
Com’è cambiata la fisionomia di Swiss dopo l’acquisizione?
«Swiss resta Swiss, anche insieme a Lufthansa: siamo sempre compagnia di bandiera svizzera. Facciamo parte del gruppo, ma siamo in gran parte indipendenti. Abbiamo attivato sinergie come il programma per i frequent flyer e strutture comuni per i check-in. In più, siamo entrati in Star Alliance, l’alleanza più grande del mondo».
È possibile un paragone tra il modello Lufthansa-Swiss e l’eventuale asse tra Air France e Alitalia?
«La fase di consolidamento dell’industria aerea europea è appena cominciata e ci saranno molti cambiamenti. Alitalia è in un momento difficile e le auguro di risolvere presto i suoi problemi. Ma non sono nella posizione di dare consigli».
Alla luce dei recenti avvenimenti in Gran Bretagna quali conseguenze si aspetta sul breve e medio periodo?
«È difficile fare previsioni.

Dipenderà dal livello e dalla durata delle nuove misure di sicurezza attuate nel mondo. Queste misure avranno un impatto sui costi. Le spese per i servizi aeroportuali potrebbero aumentare, e di conseguenza ridurre i margini delle compagnie aeree, già molto sottili».

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