da Milano
Renata Galanti, responsabile federale dellassociazionismo padano.
«Ventiquattro associazioni, nate quasi tutte fra il 97 e il 98, divise per categorie: sociale, etnico, storia ambiente e cultura, tutela del territorio...».
Scatole vuote o piene?
«Quando abbiamo cominciato molte erano contenitori vuoti. Adesso sono migliaia le persone che gravitano intorno a noi. È stata dura, ma ce labbiamo fatta».
Allinizio vi emarginavano, ora vi copiano.
«Noi siamo sempre gli stessi, la definizione più bella la diede Umberto Bossi: Voi siete lorecchio del territorio».
Ascoltate le esigenze della gente.
«E diamo alla nostra gente le risposte che lo Stato non da, e che anche lassociazionismo tradizionale fatica a dare, perché ormai è più vicino al potere che ai cittadini».
Un esempio.
«Abbiamo un pool di legali che rispondono gratuitamente ai quesiti. Riceviamo centinaia di chiamate».
Siete uno Stato nello Stato.
«Il nostro è un patto di fratellanza fra popoli padani, di sostegno civile, sociale, e culturale prima ancora che politico. Lo scopo è offrire ai padani la possibilità di vivere nella propria terra, realizzando i loro obiettivi».
Siete ancora secessionisti.
«Guardi il nostro depliant».
Cè un albero con le radici.
«Un popolo è come un albero: senza radici è destinato a morire. Ma i nostri volontari della guardia padana che spalano il fango non si domandano di che colore politico sono le persone che aiutano».
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