In Sicilia 308 comuni senza bilancio

BOTTA E RISPOSTA Il Carroccio: «Maroni mandi commissari». Lombardo: «Non vogliamo consigli»

In Sicilia 308 comuni senza bilancio

Vista da Sud, è quasi una prassi. Sì, perché in Sicilia è consuetudine consolidata che i bilanci di previsione degli enti locali - bilanci che per denominazione stessa, se prevedono, dovrebbero essere approvati prima rispetto al periodo in cui devono essere operativi- siano invece varati a metà anno e anche oltre. Ma vista da Nord è uno scandalo. Uno scandalo che quest’anno, con una Sicilia a dir poco da record come numero di enti locali inadempienti - ben 308 Comuni su 390 e sei Province su nove - sta provocando la reazione irata degli amministratori virtuosi di Padania, che tuonano: basta con questa vergogna, col federalismo fiscale tutto questo finirà, siamo pronti ad andare noi negli enti locali del Sud a dare lezioni di buona amministrazione.
La Lega non ci sta. E in un periodo in cui tengono banco proprio le fibrillazioni del Sud che vuole creare un partito meridionalista per difendere i propri interessi, va all’attacco della Sicilia. Lo spunto, una notizia diramata mercoledì scorso dalla Regione siciliana: sono ben 308 su 390 i Comuni che non hanno ancora approvato il bilancio di previsione 2009, molti nemmeno il consuntivo 2008 (due comuni nemmeno il consuntivo 2007); stessa storia anche dalle parti delle Province, sei su nove ancora senza strumento finanziario. Di qui il provvedimento dell’assessorato siciliano alle Autonomie locali: commissari ad acta in tutta l’isola, per rimediare al «non» fatto di sindaci, presidenti di Provincia e consigli inadempienti.
All’argomento La Padania ha dedicato ieri ben due pagine. Dando voce allo sdegno e alla meraviglia degli amministratori del Nord. E le bordate non sono mancate. Il presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro ha tuonato: «Credo che sia direttamente il ministro Maroni a dover intervenire a commissariare gli enti locali siciliani privi di bilancio. E sia io che il mio assessore al Bilancio siamo disponibili a fare i commissari e risolvere i problemi. Mi auguro davvero un intervento del ministero dell’Interno giusto e dignitoso nei confronti di quanti rispettano i soldi pubblici».
Una presa di posizione che ha suscitato la reazione sdegnata del governatore di Sicilia, Raffaele Lombardo: «Il presidente della Provincia di Treviso - ha contro-tuonato - non sa di cosa parla. Il ministero dell’Interno non ha alcun potere di scioglimento o di commissariamenti sui Comuni siciliani. Le competenze sono tutte dell’assessorato agli Enti locali che opera, di regola, senza bisogno di suggerimenti dal resto d’Italia».
Ma al di là della questione tecnica di competenze sollevata dal presidente della Regione siciliana, resta l’enormità del numero di inadempienti: tutti e nove i capoluoghi di provincia, la stragrande maggioranza dei Comuni - in regola sono appena 82 - quasi tutte le province a eccezione di tre, quelle di Catania, Palermo e Ragusa. Sì, perché qualche mosca bianca c’è, anche in Sicilia: «A Catania non era mai accaduto - dice il presidente della Provincia di Catania e coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione - che il bilancio, come ho fatto io, venisse approvato entro dicembre. Quando c’era il mio predecessore, l’attuale governatore Lombardo, si arrivava a giugno, anche a luglio. Credo che una classe dirigente politica credibile debba rispettare i tempi». Castiglione però distingue: una cosa sono le Province, che hanno entrate certe, altro i Comuni: «La responsabilità - dice - non è solo dei sindaci. Il problema è a monte, gli enti locali basano il loro bilancio sui quello della Regione siciliana, e se la Regione vara il bilancio ad aprile, come è accaduto quest’anno, tardano anche loro».
Tornando al Carroccio, l’attacco della Lega è durissimo: «Cosa vieta - scrive il quotidiano di Umberto Bossi - a Cefalù di essere virtuosi tanto quanto Caravaggio, nel bergamasco? Perché al Nord i bilanci si chiudono mentre al Sud la partita è sempre aperta?».

Già, perché? E soprattutto, come invertire la tendenza? Il presidente della Provincia di Biella Roberto Simonetti si dice certo che «con la realizzazione del federalismo fiscale il metodo malsano di gestire la spesa pubblica verrà cancellato dalla storia politica del Paese».

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