Nella stessa aula in cui nel 2008 accolse con sollievo, quasi fosse unassoluzione (che poi festeggiò con la celebre mangiata di cannoli) una condanna a 5 anni per favoreggiamento semplice e rivelazione di segreto istruttorio, il senatore Udc Salvatore Cuffaro, ex governatore della Sicilia, ha assistito ieri al secondo atto del suo processo: che gli è valso un verdetto di colpevolezza e una pena di 7 anni. Ma non sono solo aumentati gli anni di pena: due anni fa il tribunale negò laggravante, ritenendo che Cuffaro avesse sì favorito i boss, ma non la mafia. Ieri invece la corte dappello di Palermo ha deciso che Cuffaro, autore della fuga di notizie che consentì al boss Giuseppe Guttadauro di ritrovare una microspia in casa sua, favorì non solo il capomafia, ma lintera organizzazione di Cosa nostra. «Non ho mai aiutato la mafia, ma rispetterò serenamente la sentenza» ha detto Cuffaro uscendo dallaula. Due anni fa, commentando il primo grado, Cuffaro, sollevato dal fatto che «fosse caduta linfamante accusa di mafia», disse che non si sarebbe dimesso. Ieri, appena avuta lettura della sentenza, ha commentato a caldo: «Non cambierò il mio percorso politico», salvo poi annunciare, qualche ora dopo, lintenzione di lasciare ogni incarico di partito, ma non il seggio a Palazzo Madama.
«Cosa aspetta Casini ad espellere Cuffaro?» ha chiesto polemicamente Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista e portavoce della Federazione della Sinistra. DallUdc sono invece arrivate numerose attestazioni di stima nei confronti del loro senatore: «Sappiamo che sei innocente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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