In Sicilia giunta senza numeri E Lombardo ammette: «È crisi»

A pronunciare la parola «crisi» è stato ieri il diretto interessato, il presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, dopo che mercoledì sera il Dpef del governo non ha superato l’esame dell’aula a causa di un’estemporanea alleanza tra Pd, Udc e i cosiddetti lealisti del Pdl, i quali si contrappongono ai 15 «ribelli» del Popolo della libertà che all’Assemblea regionale siciliana (Ars) hanno costituito un proprio gruppo battezzato «Sicilia» e che fanno capo al sottosegretario Gianfranco Miccichè.
Movimento per l’autonomia e fuorusciti del Pdl in questo momento sono i soli sostenitori del governatore, ma rappresentano un terzo dell’Assemblea siciliana, costituita da 90 deputati. Lombardo, che parla apertamente di «crisi politica», aggiunge che aprirà una verifica e che ridurrà all’osso l’attività della giunta. Ottimista sulla possibilità di trovare una soluzione, aggiunge però che «nessuno di noi è legato alle poltrone. Andare al voto significa riconoscere il successo di quanti hanno vissuto l’azione di questo governo come un incubo, per le tante azioni di risanamento portate a compimento, a partire da quelle sulla sanità».
La guerra sembra solo all’inizio. Se Miccichè esclude il ricorso alle urne e chiede l’intervento di Berlusconi, il co-coordinatore del Pdl regionale, Giuseppe Castiglione, da una parte invita Lombardo a riaprire il dialogo e dall’altra accusa Miccichè di aver commesso «un errore politico dietro l’altro: si è fatto vassallo di Lombardo solo per guadagnare qualche poltrona in più».
Martedì prossimo il governatore andrà in aula per affrontare un’altra grana, quella che riguarda uno dei suoi assessori, l’avvocato Gaetano Armao, di cui Pd e Pdl chiedono le dimissioni a causa di un presunto conflitto d’interessi tra la sua professione e l’incarico nell’esecutivo. Quello sarà un momento cruciale per il futuro del suo governo.
Dall’altro ieri sera circolano voci che Lombardo stia consultando tutti i gruppi parlamentari, Pd compreso, per dare una soluzione alla crisi.

I cultori delle previsioni non escludono un imminente ribaltone, che porterebbe a una maggioranza con il Partito democratico, ormai il gruppo più numeroso dell’Ars con 29 deputati. In molti hanno visto crescere questa ipotesi dopo la cena a base di pesce in un ristorante di Palermo, lunedì scorso, tra Lombardo e Massimo D’Alema. E c’è chi parla di «patto dell’orata».

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