Cominciò che era la star del congresso costitutivo. Suo lintervento più applaudito, con standing ovation, e Massimo DAlema che al modo suo solito, lo dico e non lo dico, ma guai a voi se non capite, la candidava. Lei non si tirava indietro: «Non voglio essere la sinistra del Pd, voglio essere io il Pd, voglio un partito attraente
».
Poi cè stata linvestitura siciliana, caduta sulle spalle, spesso involpate ma forti, della senatrice, come scrisse una violinista del giornalismo, qual è Marcella Ciarnelli, sullUnità: «La donna che ha guidato con mano ferma e sensibilità politica il gruppo dei senatori dellUlivo in una stagione difficile finita in modo traumatico, non si tira indietro davanti a questaltra sfida. Difficile. E lei ne è pienamente consapevole».
La Sicilia è la sua terra. E di quella realtà, che si impegna perché non sia più «lultima propaggine dellItalia ma il primo approdo dellEuropa» lei conosce bene i limiti, i condizionamenti ma anche le grandi potenzialità di «una terra soffocata dalla mafia». Vincere lì significa «spostare lasse». Tailleur nero, al collo un filo di perle. Sobria. Elegante. Lo sguardo commosso e fiero di chi non si ferma davanti ad un compito difficile. Percorre sicura i pochi passi che dividono la presidenza dal microfono appena lasciato da Romano Prodi. A destra cè la bandiera italiana. Dietro scorrono le immagini degli uomini, le donne, i ragazzi, i paesaggi che sono il ritratto non mistificato del Paese. Unavventura che non vuole affrontare da sola. «Lo voglio fare nellunità del centrosinistra e se Rita Borsellino sarà con me. A lei dobbiamo molto, le dobbiamo tanto tutti». Un lungo applauso sinvola simbolicamente verso la Sicilia
Poi andò come andò, una sconfitta bruciante, qualche polemica su un impegno assai carente, lei dietro a Veltroni a Roma la sera della resa, invece che in Sicilia con i suoi uomini. Ieri in Sicilia di nuovo è andata comè andata, e lei, sempre romana, locchio sprezzante e il labbro tirato: «Qui il cambiamento fa paura, nemmeno levidente cattiva gestione della Regione del centrodestra riesce a modificare il giudizio degli elettori».
Peccato che Rita Borsellino non intenda più seguirla: «Credo che dopo questo risultato si possa parlare tranquillamente di disastro.
Già, senatrice Anna Finocchiaro, che disprezza le quote rosa perché non ne ha mai avuto bisogno, che cosaltro le serve per capire che il Pd e la Sicilia non sono lei?
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