Non garantisce tempi certi. Ma assicura che «Milano è al centro della nostra e della mia attenzione, come lo sono le altre città interessate quanto Milano, anche se in modi diversi, da fenomeni vecchi e nuovi di criminalità». Il ministro dellInterno Giuliano Amato, che ieri al question time alla Camera ha risposto a uninterrogazione del deputato di Fi Francesco Colucci, non fissa scadenze. Il sindaco Letizia Moratti ha chiesto «di avviare il percorso che in 60 giorni dovrà portare a firmare con Milano il patto per la sicurezza». In aula Amato ha confermato di aver ricevuto dalla Moratti «una lettera molto garbata», scritta dopo la manifestazione di lunedì, «che si conclude dicendo con questo spirito di proposta e di collaborazione e consapevole della responsabilità che ho assunto di fronte a migliaia di cittadini e tanti sindaci, ti chiedo di dare avvio alla fase di lavoro per la quale ci siamo solennemente impegnati al tuo tavolo». E il ministro assicura: «Siamo qui per farlo». Ma richiama a «una collaborazione efficace, ciascuno mettendoci quello che gli compete». Il diritto alla sicurezza dei cittadini si realizza «attraverso la concertazione tra le funzioni di sicurezza e ordine pubblico che competono allo Stato e le funzioni di controllo e gestione del territorio che competono a Regioni ed enti locali».
Amato non si nasconde, però, che «cè un problema, che dovrò porre al Parlamento in Commissione affari costituzionali: la disponibilità di risorse umane e finanziarie». Il Governo «si sta giustamente impegnando in piani di riorganizzazione delle proprie strutture per cavare il massimo di succo possibile da ciò che ha, ma una volta eliminati sprechi e scoordinamenti io temo che la sicurezza risulti lo stesso sottodimensionata nelle dotazioni di cui ha bisogno». Parole che, afferma il vicesindaco Riccardo De Corato, «danno ragione alla Moratti, che ha chiesto più fondi per la sicurezza.
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